[Area] La straordinaria necessità e urgenza di impedire ai magistrati di partecipare alle riflessioni giuridiche

md a magistraturademocratica.it md a magistraturademocratica.it
Sab 23 Nov 2024 16:44:47 CET


__

_La straordinaria necessità e urgenza di impedire ai magistrati di 
partecipare alle riflessioni giuridiche_

Scriveva Piero Calamandrei: «sempre, tra le tante sofferenze che 
attendono il giudice giusto vi è anche quella di sentirsi accusare, 
quando non è disposto a servire una fazione, di essere al servizio della 
fazione contraria».

La proposta di modifica degli illeciti disciplinari alla quale il 
governo intende dare corso con urgenza e che prevederebbe, quale 
ulteriore ipotesi di illecito, la consapevole inosservanza del dovere di 
astensione, non solo nei casi in cui l'astensione sia prevista come 
obbligo dalla legge, ma anche "quando sussistono gravi ragioni di 
convenienza" può rappresentare, per l'assetto democratico della 
giurisdizione, un pericolo forse anche maggiore delle annunciate riforme 
costituzionali.

Si legge nel preambolo che la "straordinaria necessità e urgenza" di 
introdurre questo illecito disciplinare è legata all'abrogazione del 
delitto di abuso di ufficio, per cui, se ne dovrebbe dedurre, la novella 
non dovrebbe essere letta come iniziativa punitiva verso la 
magistratura. E' un argomento non convincente: se si può condividere 
l'idea per cui l'abrogazione dell'abuso di ufficio determina problemi 
per l'agire pubblico nei casi di mancata astensione, è difficile 
comprendere la ragione per cui si avverte l'esigenza di supplire al 
vuoto normativo solo con la leva disciplinare e solo nei confronti della 
magistratura.

La reale intenzione sembra un'altra. Da fonti istituzionali è stato 
infatti rappresentato senza equivoci alla stampa come la norma miri a 
impedire ai magistrati di trattare affari che implichino 
l'interpretazione (nella quale rientrano il vaglio di costituzionalità e 
di conformità europea) di norme sulle quali essi, nel partecipare al 
dibattito su temi giuridici insieme all'accademia e all'avvocatura, 
abbiano espresso opinioni e indicato possibili soluzioni interpretative.

L'effetto sarebbe quindi che se un magistrato scrive un articolo su una 
rivista giuridica o partecipa a un convegno, sostenendo una determinata 
tesi, dovrà poi astenersi dal trattare le relative controversie, pena la 
minaccia di procedimento disciplinare.

Deve essere chiaro - soprattutto all'opinione pubblica - che se la 
finalità della norma fosse quella rappresentata, si risolverebbe in un 
attacco di proporzioni inedite e inaccettabili all'indipendenza della 
magistratura, recando in sé  l'immagine plastica del magistrato che 
questo governo mostra di voler ottenere: un silente burocrate, che 
lascia ad accademici e avvocati lo studio e il ragionamento giuridico  e 
si limita a "eseguire" a seconda dell'aria che tira.

Occorre nuovamente ricordare che la Corte costituzionale, con la 
sentenza 224 del 2009,  ha espressamente sancito che   "deve 
riconoscersi - e non sono possibili dubbi in proposito - che i 
magistrati debbono godere degli stessi diritti di libertà garantiti ad 
ogni altro cittadino e che quindi possono, com'è ovvio, non solo 
condividere un'idea politica, ma anche espressamente manifestare le 
proprie opzioni al riguardo" e che "nel bilanciamento tra la libertà di 
associarsi in partiti, tutelata dall'art. 49 Cost., e l'esigenza di 
assicurare la terzietà dei magistrati ed anche l'immagine di estraneità 
agli interessi dei partiti che si contendono il campo, l'art. 98, terzo 
comma, Cost. ha demandato al legislatore ordinario la facoltà di 
stabilire limitazioni al diritto d'iscriversi ai partiti politici per i 
magistrati".

Il perimetro costituzionale è chiaro: Il legislatore ordinario può 
stabilire per i magistrati limitazioni al diritto d'iscriversi ai 
partiti politici ma in nessun caso è abilitato a stabilire, utilizzando 
il sistema delle sanzioni disciplinari, limiti all'incomprimibile 
libertà di chiunque di manifestare le proprie opinioni, soprattutto nel 
settore professionale di appartenenza.

E però, paradossalmente, nessuno è mai sembrato interessato a stabilire, 
per i magistrati, limiti all'iscrizione ai partiti politici, essendovi 
del resto noti esempi di magistrati tuttora nei ranghi della 
magistratura che hanno continuamente fatto la spola tra magistratura, 
partiti politici e incarichi di governo.

Per contro i danni di questa modifica sarebbero grandissimi. Non solo 
alla magistratura verrebbe impedito di partecipare  al dibattito 
accademico e forense, di fatto relegandola a luogo di mera esecuzione in 
cui non sarebbe più possibile esprimere ragionamenti giuridici; ma, 
applicata alla  lettera, questa norma renderebbe impossibile anche 
l'intera attività di formazione della Scuola superiore della 
magistratura, non essendovi corso di formazione in cui i relatori non 
siano chiamati  a esprimersi sui profili,  positivi ma anche critici,  
delle leggi  e non prefigurino possibili  scenari interpretativi.

Si vuole togliere alla magistratura anche la formazione? D'ora in poi i 
relatori della Scuola superiore della magistratura saranno solo avvocati 
o professori universitari?

Ma è più probabile che, a fronte della previsione di un illecito in 
alcun modo tipizzato, avverrà in fatto che essa sarà utilizzata per 
colpire chi adotti decisioni sgradite alle maggioranze politiche.

Ogni volta che questo accadrà, assisteremo a quello che abbiamo già più 
volte visto: alcuni media inizieranno l'ormai consueta attività di 
dossieraggio (che può essere attività lecita ove si limiti alla 
consultazione di fonti aperte, mentre diviene penalmente rilevante se si 
accede illegalmente a fonti protette, ma resta dossieraggio in entrambi 
i casi) andando a scavare nei suoi profili social e invadendo senza 
remore  la sua sfera e privata e familiare, alla caccia  di una 
fotografia, un video,  un post o addirittura (è accaduto anche questo) 
un vecchio stato di WhatsApp, magari risalente a molti anni prima,  che  
dovrebbe certificare che quel magistrato avrebbe avuto il dovere di 
astenersi. E a questo punto arriverà l'azione disciplinare nei confronti 
del magistrato per omessa astensione.

Non è difficile allora capire quale sia il vero obiettivo di una norma, 
che si intende introdurre con l'urgenza propria del decreto legge: un 
via libera al disciplinare per ogni provvedimento sgradito al governo 
(cosa che il ministro della Giustizia ha già provato a fare nel caso 
Artem Uss).

Il fine del disciplinare non è colpire la politicizzazione dei 
magistrati ma la giurisdizione per come delineata dalla nostra 
Costituzione: indipendente e sottratta al potere politico.

_L'Esecutivo di Magistratura democratica_

_Leggi sul sito di Magistratura democratica_ [1]

Links:
------
[1] 
https://www.magistraturademocratica.it/articolo/la-straordinaria-necessita-e-urgenza-di-impedire-ai-magistrati-di-partecipare-alle-riflessioni-giuridiche
-------------- parte successiva --------------
Un allegato HTML è stato rimosso...
URL: <http://mail.areaperta.it/pipermail/area_areaperta.it/attachments/20241123/a83c306a/attachment-0001.html>
-------------- parte successiva --------------
Un allegato non testuale è stato rimosso....
Nome:        MD_rosso_serif_bianco.png
Tipo:        image/png
Dimensione:  32593 bytes
Descrizione: non disponibile
URL:         <http://mail.areaperta.it/pipermail/area_areaperta.it/attachments/20241123/a83c306a/attachment-0001.png>


Maggiori informazioni sulla lista Area