[Area] Il contrasto ai crimini contro l’umanità interessa davvero?

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Gio 23 Gen 2025 08:11:40 CET


_Il contrasto ai crimini contro l'umanità interessa davvero?_

La vicenda della scarcerazione e del rimpatrio di un imputato raggiunto 
da mandato d'arresto emesso il 18 gennaio 2025 dalla Corte penale 
internazionale, per crimini di guerra e contro l'umanità,  in ipotesi 
commessi nella prigione libica di Mitiga in danno di persone migranti e 
potenziali richiedenti protezione internazionale, sollecita riflessioni 
e interrogativi.

Anzitutto, questa vicenda ci dice quanto sia fragile la narrazione che 
vuole l'attuale maggioranza impegnata a contrastare i trafficanti che 
governano i flussi di migranti: essa trova drammatica smentita da questa 
triste pagina di storia. Oggi è sempre più evidente la natura simbolica, 
di pura propaganda, dei provvedimenti tesi ad aggravare le pene a carico 
di scafisti reclutati poco prima della traversata in cambio di una 
flebile speranza di approdo, mentre ai veri governanti dei flussi 
migratori viene concesso un lasciapassare. Uno Stato duro con i 
disperati e debole con i criminali più potenti non è quello disegnato 
dalla Carta costituzionale.

Ma - al di là della (grave) vicenda contingente - si affacciano 
interrogativi di estremo rilievo per chi ha davvero a cuore 
l'affermazione globale della tutela dei diritti umani e l'effettività 
della giurisdizione della Corte penale internazionale.

Il 16 marzo 2023, il Consiglio dei ministri aveva  annunciato di voler 
approvare  il disegno di legge per l'introduzione di un codice dei 
crimini internazionali, per dare attuazione agli obblighi assunti con lo 
Statuto di Roma, istitutivo della Corte penale internazionale, decidendo 
però  di stralciare, ai fini dell'elaborazione di un ulteriore disegno 
di legge (che non ha avuto alcuno sviluppo), l'intero settore dei 
crimini contro l'umanità e il crimine di genocidio.

Già allora  Magistratura democratica aveva colto,  e posto 
all'attenzione della comunità dei giuristi 
(https://www.magistraturademocratica.it/articolo/i-crimini-internazionali-come-questione-prioritaria-e-qualificante), 
  il  problema di un evidente disimpegno politico dell'attuale governo 
sul tema, fondamentale e irrinunciabile, della cooperazione con la Corte 
penale internazionale  per un effettivo contrasto ai core crimes del 
diritto internazionale penale (crimini di guerra, crimini di 
aggressione, crimini contro l'umanità e genocidio).

La mancata esecuzione del mandato d'arresto emesso il 18 gennaio 2025 
dalla Corte penale internazionale ci pone ora davanti alle conseguenze 
concrete e inaccettabili di tale disimpegno politico.

Lo Stato italiano ha emanato la legge 20 dicembre 2012, n. 237, con cui 
si obbliga a cooperare con la Corte penale internazionale,  ma è tuttora 
privo di una  legislazione, sostanziale e processuale, che dia concreta 
e specifica attuazione a tale  obbligo (basti pensare all'assenza, nel 
nostro ordinamento,  di uno strumento di deroga  al principio generale 
dell'immunità personale del capo di Stato), il che lascia gravi margini 
di incertezza operativa sulle procedure da seguire per la consegna degli 
imputati su mandato d'arresto della Corte penale internazionale.

E' proprio questa incertezza che avrebbe prodotto l'errore procedurale 
evidenziato dalla Corte d'Appello di Roma  nell'ordinanza del 21 gennaio 
2025 con la quale ha disposto la scarcerazione dell'imputato: e cioè il 
fatto che sia stata utilizzata, per l'arresto, la procedura d'iniziativa 
della polizia giudiziaria ‒  prevista per la procedura estradizionale ‒  
in luogo dei passaggi sequenziali previsti (in attesa di una legge di 
attuazione più completa e specifica) dalla legge 237 del 2012, i quali 
prevedono una interlocuzione prodromica, che in questo caso non c'è 
stata, tra il Ministro della giustizia e la Procura generale presso la 
Corte d'Appello di Roma.

Non possiamo, oggi, che prendere atto della grave responsabilità 
politica che il nostro Stato si è assunto nel venire meno all'obbligo di 
consegna di un imputato raggiunto da un mandato d'arresto della Corte 
penale internazionale che invece l'Italia aveva l'obbligo di eseguire, e 
della ricaduta che tale omissione viene ad avere, anche sul piano 
comunicativo e simbolico, in ordine  al valore politico attribuito ai 
diritti umani e al contrasto dei crimini contro l'umanità.

_L'Esecutivo di Magistratura democratica_

_Leggi sul sito di Magistratura democratica_ [1]

Links:
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[1] 
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