[Area] Corriere.it - Il segretario generale di "Area democratica per la giustizia":«Il viceministro sa che è stato creato un precedente pericoloso»
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Dom 26 Gen 2025 18:03:57 CET
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Giovanni Zaccaro, il giudice che ha regalato i dadi a Sisto: «Lui in
imbarazzo? Strano, è spiritoso. Ci hanno tolto il voto per mettere la
lotteria»
di Nicolò Delvecchio
Il segretario generale di "Area democratica per la giustizia":«Il
viceministro sa che è stato creato un precedente pericoloso»
26 gen 2025
6 min
«Mi spiace molto che il viceministro Sisto sia rimasto in imbarazzo. Ma
forse sa anche lui che sostituire il voto con una specie di lotteria è un
precedente pericoloso». Giovanni Zaccaro, magistrato barese di 53 anni, è
il segretario generale di "Area democratica per la giustizia", la corrente
progressista dell’Anm. Consigliere della Corte d’Appello di Roma, in
passato ha lavorato anche a Brindisi e Bari. Il 25 gennaio, in occasione
dell’inaugurazione dell’anno giudiziario di Bari, ha consegnato dei dadi al
viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, come forma di protesta
contro il sorteggio dei membri del Csm previsto dalla riforma della
giustizia già approvata, in prima deliberazione, dalla Camera. «Visto che
vi piace la sorte, giochiamo alla giustizia ai dadi», ha detto Zaccaro. Un
gesto che Sisto non ha apprezzato: «Il dado usalo per il brodo, che va
meglio», ha detto rifiutando il «regalo» con una battuta. Ma poi, ad Agorà
Weekend, ha rincarato la dose, definendo quel gesto «una gag da Striscia la
Notizia», «un modo volgare di farsi beffe delle istituzioni» da parte
«della magistratura che non va bene».
Dottor Zaccaro, si aspettava una reazione di questo tipo?
«Il viceministro Sisto è un uomo colto e spiritoso, sempre pronto alla
dialettica. Mi spiace molto che sia rimasto in imbarazzo. Probabilmente
anche lui sa che la scelta di togliere il diritto di voto ai magistrati e
al Parlamento, per sostituirlo con una specie di lotteria, è un precedente
pericoloso. Soprattutto per un liberale come lui».
Qual era il significato dei dadi?
«Il ministro Nordio, per difendere la riforma, durante il dibattito
parlamentare ha sostenuto che il sorteggio è il momento più alto della
giurisdizione. Un’affermazione stupefacente, che sembra suggerire ad
avvocati e magistrati di abbandonare lo studio ed il ragionamento e
giocarsela ai dadi. Del resto, sono state tante le critiche sul punto da
avvocati e professori universitari».
Ma la Camera ha votato per il sorteggio
«Hanno tolto il diritto di voto – nella scelta dei componenti del Csm -
anche a loro stessi. Hanno creato un pericoloso precedente pure di
raggiungere un risultato, impedire il passaggio dai ruoli requirenti a
quelli giudicanti, che già esiste nei fatti, visto che oramai nessun
magistrato cambia più funzioni. Mi sembra davvero una sconfitta per chi
crede nella democrazia e nella rappresentanza».
Cosa rischia la magistratura con la riforma?
«Per noi magistrati non cambia molto. Rischiano i cittadini. Rischiano un
magistrato che li indaga, con minore attenzione ai diritti ed alle
garanzie. Rischiano un magistrato che li accusa, ma è concentrato solo sul
risultato di avere una condanna. Ha presente l’ultimo film di Clint
Eastwood? (In “Giurato numero 2”, un pm cerca a tutti i costi una condanna
per ottenere una promozione, ndr)».
Sempre Sisto, ieri, ha detto ai magistrati che uscire dall’aula è stato un
evitare il confronto. Ma il governo si è confrontato con i magistrati sul
punto?
«In questi mesi abbiamo sentito frasi, anche da esponenti del governo, come
“magistratura eversiva”, “spezzeremo le reni alla magistratura”, “le
correnti dei magistrati sono un cancro da estirpare”. Poi è arrivata la
riforma in Parlamento, con un testo blindato, tempi di dibattito
contingentati, le parole molto forti di Nordio alla Camera. Non hanno
nemmeno voluto garantire, nel sorteggio per il Csm, la parità di genere. Ma
l’iter parlamentare non è finito ed io sono fiducioso, le istituzioni
italiane sono più sagge di quanto appaia».
Esiste una parte della magistratura che ritiene che questa riforma sia
giusta?
«Io non ne conosco. Ci sono alcuni, come il procuratore Gratteri,
favorevoli al sorteggio. Non trova buffo che i rappresentanti delle Camere
penali contestino tutto quello che dice il procuratore Gratteri ma alla
fine concordino con lui solo sul sorteggio?»
Quali modifiche ritiene possano invece effettivamente migliorare la
magistratura nel suo complesso?
«La giustizia italiana ha tanti problemi. La durata dei processi che
finisce con il danneggiare anche chi alla fine del processo avrà ragione.
L’esistenza di tante leggi, spesso confuse ed in contraddizione fra loro,
che rendono poco certo il diritto. La mancanza di risorse umane e di
tecnologie adeguate. La difficoltà per i cittadini più deboli di avere
accesso alla giustizia. La riforma non tocca nessuno di questi problemi,
anzi spinge ancora di più i magistrati sulla difensiva. Invece serve un
fronte unito fra magistrati ed avvocati per tutelare i diritti, in modo
efficiente e celere. Io, piuttosto che dividere come propone Nordio, sarei
per unire le carriere. Se i magistrati che indagano, i magistrati che
giudicano, gli avvocati che difendono facessero un percorso professionale
comune, nella fase iniziale della carriera, allora avrebbero una formazione
comune, riconoscerebbero gli uni i problemi e gli sforzi degli altri,
sarebbero accumulati dalla stessa cultura dei diritti e delle garanzie.
Perché noi dobbiamo guardare ai diritti dei cittadini e non alle
corporazioni».
Le proteste di ieri erano già state annunciate, ce ne saranno altre?
«Il vero sforzo è superare la propaganda sulla riforma. Illustrare ai
cittadini comuni i rischi che corrono. Spiegare che, se la giustizia
funziona male, la colpa non è solo dei magistrati e soprattutto che la
riforma non servirà a farla funzionare meglio».
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