[Area] Sulla proprietà la nostra Costituzione ha seguito il Manifesto di Ventotene

mario ardigo marioardigo a yahoo.com
Sab 22 Mar 2025 05:58:00 CET


Trascrivo l’intero brano del documento “Per un’Europa libera e unita” elaborato nel 1941, a fascismi imperanti in tutta Europa, da Spinelli e altri durante il confino nell’isola di Ventotene, il cd “Manifesto di Ventotene”, dal quale è stato tratto il brano che ha tanto scandalizzato chi ha scritto l’intervento dell’altro giorno di Meloni in Parlamento (è normale e giusto che ci si valga di consiglieri in questioni tanto importanti) e Meloni stessa, osservando che contiene principi che sono stati recepiti nella nostra Costituzione (l’impresa che non può andare contro l’utilità sociale e la funzione sociale della proprietà) e una critica esplicita al collettivismo,bolscevico (Spinelli era già stato espulso dal partito comunista e nel secondo dopoguerra fu anche eletto parlamentare nel PCI ma come indipendente). Mi dispiace che nel dibattito parlamentare seguito al discorso di Meloni non lo si sia saputo argomentare. Ricordo che nel secondo dopoguerra vi fu la nazionalizzazione della produzione dell’energia elettrica, con l’ espropriazione delle precedenti imprese produttrici (che fece infuriare i liberali) e l’accentramento nell’Enel, ad eccezione di aziende municipalizzate e poco altro, e questo consentì la realizzazione di una imponente rete nazionale che fu essenziale nel produrre il cosiddetto “miracolo economico” negli anni ‘50 e ‘60. Ecco il testo del Manifesto:
“La bussola di orientamento per i provvedimenti da prendere in tale direzione, non può essereperò il principio puramente dottrinario secondo il quale la proprietà privata dei mezzi materialidi produzione deve essere in linea di principio abolita, e tollerata solo in linea provvisoria,quando non se ne possa proprio fare a meno. La statizzazione generale dell'economia è statala prima forma utopistica in cui le classi operaie si sono rappresentate la loro liberazione delgiogo capitalista, ma, una volta realizzata a pieno, non porta allo scopo sognato, bensì allacostituzione di un regime in cui tutta la popolazione è asservita alla ristretta classe deiburocrati gestori dell'economia, come è avvenuto in Russia.Il principio veramente fondamentale del socialismo, e di cui quello della collettivizzazionegenerale non è stato che una affrettata ed erronea deduzione, è quello secondo il quale leforze economiche non debbono dominare gli uomini, ma - come avviene per forze naturali -essere da loro sottomesse, guidate, controllate nel modo più razionale, affinché le grandimasse non ne siano vittime. Le gigantesche forze di progresso, che scaturisconodall'interesse individuale, non vanno spente nella morta gora della pratica "routinière" pertrovarsi poi di fronte all'insolubile problema di resuscitare lo spirito d'iniziativa con ledifferenziazioni dei salari, e con gli altri provvedimenti del genere dello stachenovismodell'U.R.S.S., col solo risultato di uno sgobbamento più diligente. Quelle forze vanno inveceesaltate ed estese offrendo loro una maggiore possibilità di sviluppo ed impiego, econtemporaneamente vanno perfezionati e consolidati gli argini che le convogliano verso gliobiettivi di maggiore utilità per tutta la collettività.La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta, estesa, caso per caso, non dogmaticamente in linea di principio.”
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