[Area] REP.it: Riforma giustizia, il sondaggio: 7 italiani su 10 temono le mani della politica sulla magistratura

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Lun Ott 6 11:39:02 CEST 2025


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Riforma
giustizia, il sondaggio: 7 italiani su 10 temono le mani della politica
sulla magistratura
di Conchita Sannino

È quanto emerge dalla rilevazione BidiMedia, commissionato dalle toghe di
AreaDg - il gruppo progressista dei magistrati - e che apre la settimana
del congresso nazionale fissata dal 10 al 12 ottobre a Genova

06 Ottobre 2025 alle 10:59
 2 minuti di lettura

Non è solo questione di destra o sinistra, la partita sembra ancora tutta
da giocare: grazie al peso che avranno gli "indecisi" di oggi sul
referendum per la giustizia della prossima primavera. Tuttavia una premessa
colpisce e riguarda sia le aree interessate a quel tema, sia coloro che
guardano da lontano: 7 italiani su 10 temono le mani della politica sulla
magistratura. E per quasi la metà dei cittadini, il vero obiettivo della
riforma firmata Carlo Nordio e Giorgia Meloni non è "migliorare" il
servizio ai cittadini, ma ottenere "il controllo" sull'attività delle toghe.

Sono dati che torneranno ad alimentare il dibattito (e lo scontro) quelli
che emergono dal sondaggio BidiMedia, commissionato dalle toghe di AreaDg -
il gruppo progressista dei magistrati - e che apre non a caso la settimana
del congresso nazionale fissata dal 10 al 12 ottobre a Genova. Dove
l'associazione guidata dal segretario (giudice di Corte d'appello) Giovanni
Zaccaro ha invitato, tra gli altri, il ministro Nordio e il vicepresidente
del Csm Fabio Pinelli, la leader dem Schlein e il presidente 5S Conte, e
poi Maurizio Landini, il cappellano della nave Mediterranea Human Right Don
Mattia Ferrari, e attivisti politici e del Terzo settore particolarmente
impegnati sul fronte dei diritti civili e sociali, e del contrasto alle
disumane condizioni di sopravvivenza nelle carceri, oltre ai vertici
dell’Anm, Cesare Parodi e Rocco Maruotti.

Secondo la rilevazione, infatti, 3 italiani su 10 sono nettamente contrari
alla riforma che prevede la separazione delle carriere tra pm e giudici
(oltre alla creazione di due Csm e di un'Alta Corte disciplinare, con
sorteggio dei rispettivi membri), mentre una fetta quasi corrispondente,
cioè il 33% del campione, si dice favorevole al ddl. Esito incerto fino
all'ultimo, perché coloro che non hanno ancora un'idea, secondo la
rilevazione BiDiMedia, è il 37% degli italiani. Ed è una fetta cruciale,
visto che per il referendum confermativo non è previsto il quorum di
validità: conterà solo la maggioranza dei voti espressi.


Altro dato interessante: il 70% (un'area più vasta di quella
successivamente sondata, come cittadini interessati al referendum) è
contraria a un incremento del controllo della politica sulla magistratura.
Anzi, il 51% degli intervistati si dice concretamente allarmato da questo
rischio, ed il 56% è contrario anche a rendere le indagini competenza
esclusiva della polizia, senza il controllo della magistratura.

Di contro, è il 31% del campione - stando a BidiMedia - a non avere timori
di sorta, e l'11% promuove anzi la possibile ingerenza come auspicabile.

Svariati comunque i quesiti, rivolti nel mese di settembre su mille
intervistati, con le rilevazioni distinte tra "totale Italia" oppure tra
"interessati al referendum", di ogni orientamento. Mentre nell'incidenza
delle aree politiche di riferimento risultano quasi sovrapponibili- se si
guarda ai partiti della maggioranza da un lato, e a Pd, Avs, 5s dall'altro,
- le opposte letture. Per i primi il ddl "migliorerà" i servizi della
giustizia, per gli altri vuole solo "controllare" indagini e lavoro dei
giudici: con densità che vanno specularmente dal 91 al 95 per cento. Ma le
riflessioni di Area vogliono uscire dal "recinto" e rivolgersi soprattutto
a tutti gli altri.

Giovanni Zaccaro, il segretario di Area, commenta con Repubblica:
"Nonostante la grande campagna di delegittimazione e gli attacchi contro la
magistratura in atto già da tempo, la notizia è che il sondaggio dimostra
che la referendaria è aperta. Conforta sapere che la maggioranza dei
cittadini italiani temono che la politica voglia controllare la
magistratura e che hanno capito che la riforma Nordio non serve a incidere
su nessun problema, né tantomeno a migliorare nel suo complesso il sistema
giustizia"

Sullo sfondo, ecco tuttavia il nodo principale:il 61 per cento di tutti gli
intervistati afferma di non essersi recato alle urne né per il referendum
del 2022, né per quello della scorsa primavera, e la percentuale scende, ma
di poco, è inchiodata al 59 %, tra coloro che sono interessati alla
consultazione, ormai inevitabile, sulla giustizia. Il sondaggio mostra ad
oggi un’affluenza che si attesta poco sotto 50%. Le variabili avranno
l'ultima parola: potrebbe rispondere alla chiamata alle urne tra il 38 e il
57 per cento degli elettori, a seconda di quanto il referendum sarà sentito
e compreso, anche in relazione alla copertura mediatica e all' "uso" che ne
faranno le aree politiche e culturali del Paese.
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