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Giudici a Sud - n. 1/2007

Una realtà in trasformazione

Con il numero zero del giornale abbiamo iniziato l'avventura di "Giudici a Sud", un numero speciale
che ha riscosso grande successo e tanto interesse, a riprova del fatto che avevamo visto giusto.
"Giudici a sud" ha colto esigenze reali, avvertite non soltanto nell'angusto spazio dei tribunali, ma diffuse nella società, in quella società che ha a cuore le sorti della giustizia.
Una giustizia che sia effettivamente di tutti ed eguale per tutti.
In questi mesi sono accadute molte cose a Sud e in Italia, ed anche all'interno della nostra redazione, come le inevitabili dimissioni del nostro direttore Claudio Castelli, chiamato a ricoprire un oneroso e prestigioso incarico al Ministero della Giustizia. La assunzione della nuova direzione da parte di Edmondo Bruti Liberati, da poco nominato presidente di Magistratura democratica, vuole indicare
come le tematiche affrontate da Giudici a Sud sono viste come centrali nella azione di Md.
Ma rimaniamo fedeli all'impostazione originaria del giornale, che NON è il bollettino delle sezioni di Md del Sud, ma piuttosto un luogo di dibattito dove si incontrano opinioni ed esperienze diverse, originate da osservatori differenti ed produttive di contributi eterogenei: da parte di magistrati, avvocati, operatori del diritto, esponenti della società civile. Un luogo reso vivace dall'ondata di entusiasmo che ha investito i nostri tanti collaboratori, ad ulteriore riprova dell'autenticità delle istanze soddisfatte da queste pagine. Esigenze concrete immediatamente derivanti da una realtà in continua trasformazione, la realtà concreta di una questione meridionale che non è soltanto questione criminale, ma che rende necessario - nel contempo - il costante aggiornamento dell'analisi e un'opera di costante informazione su quel complesso mondo che è il pianeta giustizia a Sud.
Queste, in poche parole, sono le ragioni ispiratrici di questo numero che abbiamo voluto incentrare, dopo lo speciale Calabria" del numero precedente, sui vari aspetti della condizione dei giudici a Sud, con particolare attenzione alla Sicilia: dalle problematiche dell'esercizio della giurisdizione in terra di mafia, alle difficoltà legate al "turn over" dei magistrati nelle sedi c.d. "disagiate", sempre
con una apertura ai contributi della società civile. Nel corso della scorsa legislatura sono stati inferti durissimi colpi all'indipendenza ed all'autonomia della magistratura, nonché all'efficienza del sistema legislativo antimafia, mortificando il senso di giustizia e di eguaglianza dei cittadini, così accrescendo la credibilità ed il potere dei sistemi alternativi di composizione delle controversie, in particolare quello mafioso. Anche da qui, da questa constatazione, il nostro giornale vuole ripartire per dare il
proprio contributo al rilancio di un impegno e di una politica antimafia "dal basso" per contagiare le istituzioni, con l'obiettivo di restituire "efficienza nelle garanzie" alla giustizia, penale e civile. Questo il contesto, e questi gli obiettivi che continuiamo a guardare senza mai perdere di vista il peso che ha la quotidianità della giustizia al Sud, che ha orizzonti ben più ampi del solo intervento antimafia,
ed è per lo più caratterizzata dalla presenza di tanti magistrati giovanissimi provenienti da altre realtà con i relativi problemi e aspettative. Sono loro il vero motore pulsante di queste pagine, i veri artefici delle idee che queste pagine vogliono veicolare, nella consapevolezza che essere giudici a Sud non è soltanto processi di mafia e giustizia penale, ma è anche e soprattutto l'impegno quotidiano
per garantire ai cittadini una giustizia civile efficiente ed una tutela giurisdizionale dei lavoratori effettiva, perché soltanto in questo modo si riconquista la fiducia nelle istituzioni e si sottrae forza e sostegno al sistema di potere mafioso.

                                                          Antonio Ingroia
                                                          Pm a Palermo


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