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Il diritto e i diritti. Le politiche della destra, l'assenza di opposizione, il ruolo dei giuristi

Sommario

sommario n. 4/2008

Editoriale. Il diritto e i diritti. Le politiche della destra, l'assenza
di opposizione, il ruolo dei giuristi

Leggi e istituzioni
«Cinque pezzi facili». L'incostituzionalità della legge Alfano, di
Alessandro Pace
L'organizzazione del lavoro negli uffici giudiziari, di Luca Minniti
Giusto processo e giusta decisione, di Giulia Bertolino
Giurisprudenza di legittimità, precedenti e massime, di Giovanni
Canzio
La tendenza espansiva della mediazione: necessità o virtù? di
Antonella Di Florio

Obiettivo 1. Una giornata calda per il Csm: il 1° luglio 2008
A volte ritornano ... (l.p.)
1. Il parere del Consiglio superiore sul decreto legge n. 92/2008
2. La lettera del Capo dello Stato
3. Il dibattito in plenum (relazione del consigliere Livio Pepino e
interventi dei consiglieri Giuseppe Berruti, Mauro Volpi, Ezia
Maccora e del vicepresidente Nicola Mancino)

Obiettivo 2. Giustizia e informazione
Giustizia e informazione: poteri infedeli, poteri nemici?, di Nello
Rossi
Come si prepara un regime (Note sulle proposte di modifica della
disciplina delle intercettazioni nelle ultime legislature), di
Donatella Stasio
Informazione e qualità della democrazia, di Ezio Mauro

Giurisdizione e sicurezza: cosa succede in città?
Così vicini, così lontani: sicurezze e insicurezze a Torino, di Roberto
Arata
e Fabrizia Pironti
Giustizia, sicurezza, legalità, di Virginio Colmegna

Magistratura e società
Forme e problemi della giustizia (In margine all'ultimo lavoro di
Antoine Garapon), di Gianvito Brindisi

Osservatorio internazionale
Obiettivo sui diritti fondamentali in Europa, di Ignazio Juan Patrone
L'abbattimento di aerei civili per contrastare atti terroristici e il diritto
(La situazione italiana e quella della Repubblica federale tedesca),
di Domenico Siciliano

Giurisprudenza e documenti
1. L'uguaglianza risarcitoria (Gianfranco Gilardi)
Tribunale Roma - sez. 12, sentenza 20 maggio 2008, giud. Ranieri,
S.B. + 4 contro F.D e società N.T.
2. Apologia di fascismo a Milano (Eugenio Albamonte)
Tribunale Milano - sez. VIII penale, 20 dicembre 2007, pres.
Tremolada, est. Lo Curto, imp. Boccacci e altri
3. L'emergenza «comunità nomadi». Il Parlamento europeo e il
«censimento» dei Rom (Angelo Caputo)
Risoluzione del Parlamento europeo sul censimento dei rom su
base etnica in Italia - approvata il 10 luglio 2008
4. In difesa della Costituzione (Appello dei costituzionalisti contro i
progetti di sospensione dei procedimenti e di introduzione della
immunità per le alte cariche dello Stato)

Editoriale

Quattro mesi fa, nell'editoriale del n. 2/2008, scrivevamo che le elezioni politiche del 13 e 14 aprile non si erano limitate a determina-re una (fisiologica) alternanza di governo ma avevano sancito l'ege-monia di forze politiche e culturali estranee od ostili al progetto e-gualitario ed emancipatore della Costituzione del 1948. I fatti hanno rapidamente confermato tale analisi, cancellando gli entusiasmi (in-cauti quanto incomprensibili) di quanti parevano conquistati dai pri-mi passi e dalle "buone maniere" del ministro Alfano. I primi cento giorni di governo propongono, infatti, un elenco di interventi nel set-tore dei diritti e della giustizia impressionante per qualità e quantità. La riedizione, ostentata e rivendicata, della pratica delle leggi ad per-sonam (con una sospensione dei procedimenti nei confronti delle alte cariche dello Stato disegnata sulle esigenze contingenti del presiden-te del Consiglio) sta determinando lo stravolgimento della funzione legislativa. Sull'onda della questione sicuritaria e di altre ricorrenti emergenze (a cominciare dell'accumulo di rifiuti nelle strade di Na-poli) lo stato di eccezione è diventato regola, provocando - inisieme al bisticcio delle parole - ferite senza precedenti all'unità dell'ordi-namento giudiziario e processuale e finanche del sistema penale. L'ossessione dei migranti ha incentivato meccanismi premoderni di differenziazione della cittadinanza e dato la stura a un'ondata repres-siva presto estesa - complici molti sindaci e amministratori locali - a ogni settore di devianza e diversità. Il principio di uguaglianza e lo Stato sociale - nuclei forti della Costituzione del 1948 - sono stati umiliati fino alla configurazione del regime di precarietà come regola anche per rapporti di lavoro pregressi caratterizzati da stabilità e du-rata indeterminata (sic!) mentre nuove "carte di povertà" si appresta-no a sostituire servizi e interventi di sostegno fondamentali per tutti. E, in questo quadro, si anticipa, per l'autunno, una coerente "campa-gna" tesa normalizzare la giurisdizione e la magistratura rendendole compatibili con il nuovo sistema.
Tutto prevedibile e già scritto nel risultato elettorale di primave-ra? Non esattamente. Ci sono, infatti, alcuni elementi di novità. Due, in particolare, tra loro strettamente connessi: la facilità con cui il progetto della destra si sta realizzando e l'assenza di una reale oppo-sizione. Il primo dato blocca sul nascere ogni interpretazione ridutti-va della situazione. Ad essere vincente non è (solo) un "grande co-municatore" beneficiato da reti televisive discutibilmente possedute: è, ben più in profondità, una cultura i cui riferimenti sono la disugua-glianza, la competizione, la divisione ineluttabile della società (no-vello classismo alla rovescia) in ricchi e poveri. Si tratta di una cultu-ra diffusa, costruita nei decenni, da cui non ci si libererà nei tempi brevi. Altrettanto netto è il secondo elemento di novità. A fronte del progetto della destra non c'è alternativa culturale né opposizione po-litica (se si eccettuano il populismo di Antonio Di Pietro e gli edito-riali di Famiglia Cristiana). La sinistra, in particolare, è - sul tema dei diritti e della giustizia - assente e, in ogni caso, silente. Nella mi-gliore delle ipotesi gioca di rimessa contestando, debolmente, questa o quella iniziativa del Governo e della maggioranza senza mai uscire da una situazione di subalternità apparentemente irrimediabile anche in settori classici della sua riflessione e del suo impegno: la centralità della Costituzione e dei suoi principi, la «questione morale» (scom-parsa dalla sua prassi e dal suo vocabolario), la sicurezza dei cittadini (appiattita sulla «emergenza criminalità» senza coglierne la connes-sione con condizioni di vita sempre più precarie e incerte) e via elen-cando.
Che fare, nel quadro descritto, per questa Rivista? La risposta è obbligata. Intraprendere un lavoro di lunga lena teso a costruire, per la giustizia e per i diritti, una cultura e un progetto alternativi, Capaci di conservare (principi e valori) e di innovare (forme e strutture). In grado di offrire al discorso pubblico analisi, idee, proposte. Abbiamo provato a farlo negli anni scorsi, anche aprendo le nostre pagine a un dibattito poi sfociato in un corposo e ricco volume (Un progetto per la giustizia. Idee e proposte di rinnovamento, a cura di L. Pepino e N. Rossi, FrancoAngeli, 2005). Ma è ancora poca cosa. Apriremo, dunque, una riflessione su noi stessi e, sopratutto, riprenderemo le fila di un discorso che coinvolga l'intera comunità dei giuristi e che sappia coagulare nuove energie e nuovi soggetti in un rinnovato im-pegno per il diritto e per i diritti.


 


Indirizzo:
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