Pubblicato su Magistratura Democratica (http://old.magistraturademocratica.it/platform)

Intervento di Marco Pivetti

I discorsi organizzativi presuppongono una visione prospettica e l'"ufficio per il processo" ci costringe a vedere se abbiamo un programma per la giustizia.

L'esigenza concreta a cui risponde l'idea dell' UPP è quella di rendere i processi più rapidi. Si è qui richiamata l'idea dell'imbuto, per definire l'attuale stallo, ma più propriamente si dovrebbe parlare di ingorgo automobilistico : non si può restringere afflusso della domanda di giustizia, bisogna invece ridurre il tempo di lavoro che richiede il processo razionalizzando le procedure (quindi, il rito è importante) o dividendo il lavoro della giustizia secondo il principio della delega : liberando il magistrato dal lavoro non strettamente giudiziario. Quindi è importante capire che cosa è "lavoro paragiurisdizionale" ma anche che cosa è un lavoro "pregiudiziale" : le ricerche giurisprudenziali, per esempio, ineriscono l'"in sé" dello jus dicere e non sono delegabili. Mentre sono delegabili i decreti ingiuntivi che, a mia memoria, nella mia sezione di tribunale venivano curati da due cancellieri estremamente in gamba. Ci sono anche sentenze delegabili e non sono necessariamente solo quelle seriali, ma questo postula che l' attività ausiliaria fiduciaria si realizzi sotto il controllo del magistrato.

E qui si ripropone un problema antico che dipende dall'inserimento del personale di staff nel plesso amministrativo : esso dovrebbe invece dipendere dal CSM, finchè permane questa configurazione ambigua non si può allargare la delega al personale amministrativo se tale personale dipende dal governo. D'altro canto, il giudice non può essere lasciato solo a lavorare, senza alcun supporto di una struttura di staff.

Per quanto riguarda una specifica attività di assistenza, la verbalizzazione dell'udienza - tipico compito dell'assistente d'udienza - essa presuppone un rapporto di fiduciarietà con il giudice che non può essere assicurata da una rotazione di tali soggetti,ma occorre una certa continuitàone che è compito assistente udienza.

Chiudo con un semplice accenno ad una questione, che ho sentito trattata in un precedente intervento, ribadendo la mia netta contrarietà alla doppia dirigenza.

Seminario di Bologna "Ufficio per il processo" - giugno 2004


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