I dati forniti dal Ministro della Giustizia sulla Sezione disciplinare del Csm sono inesatti e fuorvianti. Non è la prima volta che ciò avviene, nonostante le rettifiche del Csm. La continua diffusione di informazioni errate determina una grave delegittimazione del CSM e della magistratura tutta.
Infatti delle 100 azioni promosse dal 2002 a oggi 71 sono in istruttoria o in fase di definizione, come è naturale, visti i tempi recentissimi di inizio delle procedure, peraltro assai numerose e in forte crescita rispetto al passato (23 procedimenti nel 2001, 40 nel 2002, 50 nel 2003 e già 1O nei primi venti giorni di gennaio).
Nelle restanti vi sono state 13 richieste della procura generale di archiviazione per infondatezza, 9 assoluzioni, 2 prescrizioni e cinque condanne. Si tratta di un esito del tutto fisiologico, visto che la Sezione disciplinare funziona anche da filtro (quello che nel processo penale è il molo del Gup).
Le azioni promosse dal Ministro vengono dunque valutate con attenzione e rigore, prima dalla procura generale e poi dal Csm.
In realtà la Sezione disciplinare del Csm non ha eguali per qualità e quantità delle decisioni in nessuna altra amministrazione e in nessun ordine professionale. Nel solo 2003 vi sono state ben 26 sentenze di condanna, di cui sei alla sanzione della perdita di anzianità (cinque con trasferimento di ufficio). A queste si aggiungono 10 cessazioni dall'ordine giudiziario per dimissioni. Delle 31 sentenze di assoluzione, solo due sono state impugnate dal Ministro.
Nei cinque anni precedenti, le sentenze di condanna sono state 115 e 76 le dimissioni dall'ordine giudiziario. In ben 51 casi la Sezione ha disatteso la richiesta di archiviazione della procura generale e ha ordinato il dibattimento.
Negli ultimi sei anni le sentenze di condanna sono state il 35,7% delle decisioni dibattimentali e nel 2003 il 45%.
Nei confronti delle decisioni della Sezione disciplinare nei cinque anni passati sono stati proposti complessivamente dal Ministro della Giustizia 18 ricorsi. Le Sezioni Unite della Suprema Corte hanno accolto quattro dei predetti ricorsi, ne hanno rigettati dieci, mentre quattro sono ancora pendenti.
La Sezione disciplinare è uno dei cardini dell'autonomia e dell'indipendenza della magistratura, giacch essa è preposta non solo a giudicare della deontologia dei magistrati (e quindi a sanzionare comportamenti scorretti) ma anche a fare ciò garantendo i singoli magistrati da iniziative infondate.