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Cronache dal Consiglio n. 33

Sommario

  1.   Dal Plenum :

 

  1. La pratica a tutela sulle dichiarazioni del Presidente del Consiglio, spunto per una più ampia riflessione;

2. Incompatibilità ambientale e comunicati stampa;

  1. Conferimento di incarichi direttivi e semidirettivi;

4. Mobilità: sedi uditori e bollettino ordinario;

  1. Gli interventi consiliari per gli uffici giudiziari di Parma;

  2. Questioni in materia tabellare;

7. La nomina del referente per la formazione decentrata per il distretto di Napoli;
8 Il rispetto delle regole nei trasferimenti - 3 puntata ovvero la puntata finale;

  1. Il bando per la nomina dei giudici onorari presso gli uffici minorili.;

  2. La mozione su Cordova.

B) Dalle commissioni:
 

  1. Proposte di nomina per incarichi direttivi e semidirettivi;

  2. Permanenza ultradecennale ed incompatibilità;

  3. La magistratura onoraria.

 

Plenum
   
1. La pratica a tutela sulle dichiarazioni del Presidente del Consiglio, spunto per una più ampia riflessione.

E' stata approvata la delibera a tutela dei valori costituzionali di autonomia e indipendenza della magistratura lesi dalle dichiarazioni dell'on. Berlusconi del 24 gennaio u.s.. Il testo della delibera, con un nostro breve commento, è già stato inviato in rete.
Oggi è però opportuno sottolineare che la vicenda della "pratica a tutela" si presta a qualche considerazione più generale.
Il ripetersi continuo di scomposti attacchi ai valori sopra menzionati, anche da parte di alcune tra le più alte autorità, ha in qualche misura avuto riflessi sullo stesso istituto della "tutela". L'inflazione di queste pratiche aveva infatti generato una certa stanchezza, mentre il duro conflitto che era necessario ogni volta instaurare per " la deliberazione (pure all'interno delle Commissioni e poi nel confronto con i laici del Polo) aveva portato a tempi assai lunghi nella loro trattazione. Tale situazione, per ragioni analoghe, ma meno pressanti, aveva portato anche il precedente Consiglio a delibere, votate a notevole distanza dai fatti che le avevano generate (o che non si votavano affatto e rimanevano pendenti).
Pur consapevoli della insufficienza dell'attuale strumento (la "pratica a tutela"), siamo però convinti che - fino a che non sarà possibile individuarne altri migliori - esso debba essere utilizzato appieno e anzi debba essere rivitalizzato.
Che la pratica a tutela non sia inutile lo dimostra l'esperienza stessa di questi giorni: la proposta di delibera è stata adottata dalla Prima Commissione nella prima seduta utile, successiva all'esternazione (essendo fallito il tentativo di indire una riunione straordinaria, per l'opposizione del componente laico del Polo, insuperabile a termini di regolamento) ed è stata immediatamente portata al Plenum per l'approvazione.
Si è così ottenuto innanzi tutto il risultato di rispondere immediatamente e con grande risalto anche mediatico alle offese del Premier.
In seguito il differimento nella trattazione, ma la sua continua presenza nell'o.d.g. del Plenum, unita con la nostra pressante richiesta di votazione, ha portato alla delibera unitaria.
Quest'ultima, pur attenuata nei toni, non ha però ceduto un solo millimetro sui principi ed anzi ha consentito l'affermazione - votata all'unanimità e con l'uscita dall'aula del solo Di Federico, così completamente isolato - della legittimità della pratica a tutela, come strumento essenziale per la tutela dei valori di autonomia ed indipendenza, dalla Costituzione assegnata al CSM.
A ciò si aggiunga che la Prima Commissione ha calendarizzato le vecchie pratiche a tutela, alcune delle quali risalenti al precedente consiglio, approvandone diverse (relative ai magistrati di Palermo, Torino, Milano) e portando in Commissione proposte in attesa di deliberazione per altri casi, che ci auguriamo di poter votare nei prossimi giorni.
Sarà dunque a partire da questi dati di fatto che la discussione delle "pratiche a tutela" potrà avere luogo.

 
2. Incompatibilità ambientale e comunicati stampa.

Il Plenum ha affrontato la pratica, aperta su richiesta dei componenti laici Buccico, Di Federico, Marotta, Spangher e Ventura Sarno, con cui si chiedeva di accertare la sussistenza dell'incompatibilità ambientale del Procuratore della Repubblica di Siracusa e del sostituto dr.Musco.
Tale incompatibilità sarebbe stata la conseguenza di un "comunicato stampa" a firma congiunta dei due magistrati, del Sindaco competente e dei tecnici comunali, comunicato con cui si informava la cittadinanza di Priolo Gargallo circa lo stato delle falde acquifere e dell'acqua potabile a seguito della scoperta di un grave rischio di inquinamento e si cercava di porre fine a notizie di stampa contraddittorie che avevano gettato forte allarme fra la popolazione.
La trattazione della pratica, giunta in plenum con una proposta di archiviazione adottata all'unanimità dalla commissione, è stata segnata dalla richiesta di ulteriori approfondimenti avanzata dai consiglieri Buccico e Marotta, richiesta che è stata respinta dalla maggioranza del Consiglio (ivi compreso il cons. Spangher, che in commissione si era espresso per l'archiviazione); al termine della discussione sul merito il plenum ha votato a maggioranza per l'archiviazione.
La vicenda merita di essere segnalata perché l'inizio della pratica consiliare si inserisce all'interno di una fortissima contrapposizione che ha segnato l'intero sviluppo delle indagini che la Procura della Repubblica di Siracusa sta conducendo da anni sull'inquinamento e i danni ambientali (ivi comprese serissime conseguenze sulla salute) provocati dall'attività dello stabilimento Enichem di Priolo. Le indagini hanno comportato sequestri e misure cautelari, atti che sono stati contestati duramente dalla difesa, che negli anni scorsi ha esperito continui ricorsi in cassazione contro le sfavorevoli delibere del tribunale del riesame, e sono stati altresì oggetto di pesanti critiche anche da parte degli organi di stampa locali.
L'ipotesi avanzata dai consiglieri Buccico e Marotta è che la commissione non avrebbe approfondito tutti gli aspetti della vicenda e in particolare se il comunicato congiunto (poi inopinatamente - e senza consenso dei magistrati - trasformato dal Sindaco in un manifesto affisso ai muri della cittadina) fosse stato sottoscritto dai magistrati nonostante il Sindaco stesso fosse destinatario delle indagini.
Tale eventualità, presentata dagli stessi consiglieri come del tutto ipotetica, risultava a nostro parere smentita dalle notizie acquisite agli atti dalla Procura generale di Catania, che ha accuratamente esaminato gli esposti formulati (ivi compresa una forte censura venuta dal Presidente della Commissione parlamentare antimafia, l'on. e collega Centaro); agli atti, infatti, è presente un'elencazione dei procedimenti trattati dal sostituto Musco con riferimento a vicende di inquinamento e dall'elenco non emerge alcuna ipotesi di connessione con reati che lascino intendere un coinvolgimento dei pubblici amministratori locali, mentre da quell'elenco sembra chiaro che la comunità locale è vittima dei fatti di inquinamento riconducibili all'attività dello stabilimento Enichem.
Per queste ragioni il Consiglio ha deciso - seppure col dissenso di 4 dei 5 presentatori della richiesta di apertura di pratica - di chiudere la pratica stessa con un'archiviazione.
 

3. Conferimenti incarichi semidirettivi e direttivi:

Sono stati conferiti all'unanimità i seguenti incarichi:

- il dott. Vito Priolo, Consigliere della Corte d'Appello di Milano, per il conferimento dell'ufficio direttivo di Procuratore della Repubblica di Tortona;
- Presidente di sezione del Tribunale di Sassari al dott. Giovanni Giuseppe Porqueddu
, Consigliere della Corte d'Appello di Milano;
- Presidente di sezione del Tribunale di Vercelli al dott. Ugo De Crescienzo, Giudice del Tribunale di Alba;
- Presidente di sezione del Tribunale di Venezia al dott. Giuseppe Maria Bertolino, Presidente di Sezione del Tribunale di Rovigo;
- Presidente di sezione del Tribunale di Milano alla dott.ssa Elisa Ceccarelli,
Presidente del Tribunale per i minorenni di Bologna;
- Procuratore aggiunto presso il Tribunale di Torino al dott. Pietro Forno,
sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Milano;
- Presidente della sezione lavoro della Corte d'Appello di Napoli ai dott.ri Giuseppe Del Bene e Ugo Vitiello (due posti);
- Presidente di sezione della Corte d'Appello di Napoli ai dott.ri Gaetano Annunziata, Maurizio Gallo, Mario Lepre, Omero Ambrogi, Francesco D'Arienzo e Filippo Ingala (sei posti);
- Presidente di sezione della Corte d'Appello di Palermo al dott. Michele Luzio, Presidente di Sezione della Corte d'Appello di Caltanissetta;
- Avvocato generale presso la Corte d'Appello di Trieste al dott. Edoardo Muzj,
sostituto procuratore generale presso la Corte d'Appello di Roma;

Sono stati nominati otto nuovi presidenti di sezione della Corte di Cassazione: all'unanimità i dottori Paolo Vittoria, Giovanni Prestipino, Ettore Mercurio, Torquato Gemelli, Erminio Ravagnani e Sergio Mattone; con l'astensione di MD e dei Movimenti Paolino Dell'anno ed Aldo Sebastiano Rizzo.
In molti interventi si è sottolineato lo specifico rilievo attribuito alle attitudini professionali nella scelta dei candidati, criterio che ha consentito di individuare (in particolare nei sei magistrati votati all'unanimità) colleghi di cui è nota l'elevatissima professionalità.

Il dott. Giovanni Ferrara (Pres. uff. gip Tribunale di Roma) è stato nominato Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma (astenuto solo Di Federico). Dopo il conferimento al dott. Vecchione dell'ufficio di a P.G. di Roma e la scomparsa del dott. Abate è stato nominato, in tempi contenuti, il nuovo dirigente di un ufficio di estrema rilevanza, indicato nella persona del dott. Ferrara fin dal primo voto in commissione.

 
4. Mobilita': sedi uditori e bollettino ordinario.

Nel plenum del 15 marzo è stata approvata la delibera di assegnazione delle sedi agli uditori e in quella successiva del 17 marzo il c.d. "bollettino" dei posti destinati alla mobilità ordinaria.
Nonostante le ripetute richieste di rinvio, le contestazioni sull'uso (tradizionale per questo genere di delibere) delle proposte d'urgenza, i tentativi di rallentare il lavoro del plenum in punto di mobilità, si è venuti in tal modo a coronamento di un lavoro intenso e serrato della Terza Commissione, che si completerà, dopo Pasqua, con la pubblicazione di un bollettino destinato ai posti di consigliere e sostituto presso la Corte di Cassazione, destinato al massimario di tribunale e d'appello, applicato alla PG (bollettino che viene tenuto distinto sia per rendere più celere la definizione dell'altro appena varato sia per consentire la pubblicazione dei posti resisi vacanti con le nomine dei presidenti di sezione della Cassazione e a seguito di mobilità in uscita dal massimario).
Nell'individuazione delle sedi per la mobilità, la Commissione ha operato in modo tendenzialmente unitario e, in pratica, soltanto attorno a due posti si sono verificati dei contrasti di sostanza: Genova, di cui è stata chiesta la soppressione con emendamento del cons. Marotta (accolto col voto favorevole di Unicost - MI - Polo - Berlinguer) e Messina, di cui è stato chiesto l'inserimento con emendamento della cons. Civinini (respinto grazie al voto contrario di Unicost - MI - Polo).
Per Genova, la modifica è stata richiesta (e ottenuta) al fine di accantonare il posto per l'eventuale trasferimento extra ordinem di una collega, che ha chiesto l'applicazione della l.n.104/1992 per assistere la madre portatrice di handicap (con la quale non sussiste il rapporto di attuale e stabile convivenza richiesto dall'art. 33 l.cit.) in previsione di un futuro trasferimento della stessa in quella città a fini di cura. A nulla sono valsi i richiami all'applicazione rigorosa della l.104/1992 (che non prevede il diritto di prelazione nei trasferimenti per andare a costituire un'assistenza in precedenza inesistente), all'insussistenza dei presupposti nel caso di specie e all'impegno assunto da tutti in commissione di modificare la circolare sulla rilevanza dei motivi di salute del lavoratore e dei familiari in sede di trasferimento (la discussione sulla proposta avanzata da MD e Movimenti è fissata per la prossima settimana).
Per Messina (sulla quale in commissione si era registrata una disparità di vedute non sfociata in una decisione formale), la modifica è stata (purtroppo con successo) contrastata al fine di accontonare il posto per l'eventuale trasferimento extra ordinem del collega Adornato (assessore al Comune di Reggio Calabria ed attualmente da pochi mesi fuori ruolo al Ministero delle Poste e Telecomunicazioni), il quale ha chiesto l'assegnazione della sede sulla base del decreto legislativo 18/8/2000 n.267, che riconosce (art.78) ai titolari di cariche rappresentative degli enti locali il diritto a che il datore di lavoro esamini "con criteri di priorità" la domanda di trasferimento in avvicinamento al luogo ove si espleta il mandato. Poichè la normativa presenta difficoltà interpretative, l'esigenza di coordinamento con i diritti di prelazione di cui alla l. 104/92 e alla disciplina sulle sedi disagiate, la necessità di dettare una regolamentazione secondaria dei "criteri di priorità), l'accantonamento significherà in pratica il blocco prolungato di un posto in una sede che ha particolari esigenze di personale.

 
5. Gli interventi consiliari per gli uffici giudiziari di Parma.

Il consiglio ha adottato nei plenum del 17 e 18 marzo due diversi provvedimenti relativi alla situazione degli uffici giudiziari di Parma: il primo concerne l'esame di una complessa variazione tabellare; il secondo costituisce il risultato dell'indagine conoscitiva che la settima commissione ha svolto a seguito delle note vicende
In sintesi, dopo l'intervento di prima commissione che ha portato alle dimissioni del Procuratore della Repubblica:
1. La settima commissione ha di propria iniziativa sollecitato il Presidente della Corte d'appello ed il Procuratore generale a sostenere gli uffici parmensi nel fronteggiare l'abnorme carico di lavoro, conseguenza della c.d. "vicenda Parmalat". Sono così stati applicati due magistrati del distretto: uno alla Procura della Repubblica ed uno al Tribunale. Quest'ultimo ha specifiche competenze di sistemi informativi e di procedure informatizzate nel settore civile, oltre ad avere esperienza pluriennale nel settore commerciale e delle esecuzioni.
2. Il Consiglio ha provveduto in tempi brevissimi ad applicare alla procura della Repubblica due magistrati provenienti da altri distretti.
3. il Consiglio, dopo le audizioni dei magistrati giudicanti e requirenti, che dirigono il Tribunale di Parma e la Corte D'Appello di Bologna avanti la settima commissione, ha ritenuto di sottoporre al Ministro della giustizia una sollecitazione affinché valuti le forme più opportune di rafforzamento delle strutture e delle risorse umane degli uffici parmensi.
4. E' in questo generale contesto di grande attenzione e di tempestivi interventi di sostegno per gli uffici giudiziari di Parma che il Consiglio ha ritenuto di non poter approvare la variazione tabellare che applicava il dr.Zanichelli alla sezione civile del tribunale, con specifica destinazione ai procedimenti legati alla dichiarazione di insolvenza di società del gruppo Parmalat. Il dr. Zanichelli ha lasciato l'incarico di giudice delegato alla fine di dicembre 2003, ed è stato destinato all'ufficio Gip, per avere raggiunto il termine decennale di permanenza in tali funzioni e perché si prospetta una situazione di potenziale e probabile incompatibilità con la figlia che ha iniziato il praticantato presso un importante studio di avvocati civilisti di Parma.
Utilizzando le forme attuative previste dalle circolari per il passaggio del magistrato ultradecennale al nuovo incarico, il dr. Zanichelli avrebbe potuto - se non fosse stato a sua domanda trasferito all'ufficio Gip - svolgere ancora per 6-7 mesi le funzioni di giudice delegato: termine questo certamente insufficiente per condurre la vicenda fallimentare Parmalat (o la procedura di amministrazione controllata) ad un livello di minima stabilità; nel prossimo mese di ottobre, peraltro, un diverso magistrato avrebbe dovuto subentrargli, con gravissime difficoltà nell'impadronirsi di una vicenda ormai avanzata, molto complessa, impostata da altri e destinata a costituire oggetto di intervento per ancora molto tempo.
Soluzione più corretta sul piano delle regole consiliari (non può disporsi supplenza interna affidando al magistrato un vero e proprio ruolo), e più efficace nel medio-lungo periodo, è sembrata quella di sostituire il dr.Zanichelli nella fase iniziale, così da garantire al nuovo magistrato destinato al settore fallimentare ampi margini di gestione delle procedure e così da assicurare che tali procedure siano trattate con continuità dal medesimo giudice.
Spetta adesso al magistrato dirigente il tribunale dare attuazione alla delibera del consiglio nelle forme e nei tempi più opportuni, dovendosi ovviamente escludere che il dr.Zanichelli possa abbandonare i procedimenti in corso senza avere garantito l'effettivo passaggio delle consegne al magistrato che lo sostituirà.
Va aggiunto che la Quinta commissione ha già concluso l'esame della pratica per la nomina del nuovo presidente del tribunale di Parma, così che sarà possibile in poche settimane giungere alla designazione e alla effettiva copertura della vacanza.
 

6. Questioni in materia tabellare.
 
Il consiglio NON ha approvato ancora una volta le tabelle del Tribunale di Pistoia. Nonostante le interlocuzioni col Presidente del Tribunale da parte del Consiglio giudiziario prima e della commissione poi, non è stato possibile ricevere dal tribunale pistoiese un progetto organizzativo accettabile.
La situazione è particolarmente grave - il tribunale è retto ancora dalle tabelle del 1999... - e rischia di avere ripercussioni negative anche sul prossimo biennio.
Anche per tale ragione il plenum ha deliberato di trasmettere gli atti alla Prima Commissione per le valutazioni sull'adeguatezza della dirigenza dell'ufficio.

Sempre a proposito di tabelle, va segnalata la situazione gravissima del Tribunale di Napoli, le cui tabelle 2002-2003 non sono ancora pervenute al Consiglio. Ogni commento è superfluo, ma è chiaro che il consiglio non potrà non esaminare la vicenda in tutte le sue implicazioni.

Merita poi segnalare la NON approvazione dell'ordine di servizio con cui il Presidente del Tribunale di Treviso ha delegato il responsabile amministrativo di una sezione distaccata all'individuazione fisica dei procedimenti da assegnare (secondo i criteri tabellari) ai magistrati della sezione e, quindi, a predisporre il provvedimento di assegnazione a ciascun magistrato. Alcuni consiglieri hanno fortemente criticato l'ordine di servizio, leggendolo come una delega impropria dei poteri presidenziali alla dirigenza amministrativa, ed hanno chiesto che della vicenda sia informato il presidente della Corte. La proposta è stata accolta dal plenum. A nostro avviso, se è opportuno che la scelta del Presidente del Tribunale sia meglio valutata nelle sue implicazioni, non appare fondato, in assenza di approfondimenti, un giudizio così drastico sulle ragioni e sulle forme di quella scelta. Le conclusioni cui giungerà "funditus" il Presidente della Corte potranno essere occasione di un attento esame del consiglio anche sui temi più generali della dirigenza e della "doppia dirigenza".

 
7. La nomina del referente per la formazione decentrata per il distretto di Napoli.
 
Al termine di un lungo iter, che ha visto il ritorno della pratica in commissione e numerosi rinvii nella trattazione in plenum, è stato nominato referente per la formazione del distretto di Napoli il dott. Salvatore Dovere, che ha prevalso con 13 voti (MD, Movimenti, MI, Berlinguer, Schietroma, Favara) sulla dott.ssa Laura Triassi che ha riportato 12 voti (Unicost, Cdl, Marvulli).
I consiglieri di Unicost (Riello e Primicerio) e della Cdl (Buccico) hanno sostenuto con vigore la candidatura della dott.ssa Triassi. Il cons. Riello ha affermato che quest'ultima rischiava di essere penalizzata da una pratica pendente in I commissione che "pesava come un macigno" e dal fatto che la nomina era stata "caricata" di ulteriori significati. Il cons. Buccico, dopo essersi complimentato con il cons. Riello per il sostegno offerto alla dott.ssa Triassi, ha mostrato tutto il suo disappunto per l'esito della discussione che vedeva profilarsi la mancata nomina della candidata da lui sostenuta con forza.
Abbiamo sottolineato (Menditto) che non aveva alcuna ragione d'essere il disappunto dei consiglieri di Unicost e della Cdl con riferimento ai fatti in corso di accertamento in I commissione riguardanti la dott.ssa Triassi; non essendo stati tali fatti introdotti né nelle proposte scritte dei relatori né nella discussione del plenum, non potevano avere alcuna influenza sulla decisione da adottarsi con serenità, attraverso una corretta comparazione dei due candidati che vedeva la prevalenza del dott. Dovere.

 
8. Il rispetto delle regole nei trasferimenti - 3 puntata ovvero la puntata finale.
 
Negli scorsi notiziari avevamo sottolineato la grave violazione delle regole che la maggioranza della III Commissione (MI, Unicost, Polo) aveva perpetrato nel proporre per il trasferimento alla Corte d'Appello di Roma la collega Pucci anzichè il più anziano Scaramuzzi, cui a tal fine era stato ingiustificatamente abbassato il punteggio già attribuito nel precedente concorso del dicembre 2002 da 4 a 3 per il merito (una valutazione basata soprattutto sulla quantità e qualità del lavoro svolto).
Dopo l'ennesimo rinvio in sede di plenum la pratica è giunta a conclusione, secondo le previsioni, con il trasferimento della dott.ssa Pucci, che ha raccolto i voti favorevoli dei consiglieri di MI, Unicost, del Polo e di Schietroma.
Il rinvio non ha determinato alcuna modifica di un pronostico tutto favorevole alla soluzione poi realizzatasi, che conferma i rilievi già espressi negli scorsi notiziari.

 
9.
Il bando per la nomina dei giudici onorari presso gli uffici minorili.

E' stato approvato il bando per la nomina dei giudici onorari presso gli uffici minorili.
La Commissione ha ritenuto di intervenire sul "vecchio" bando, con una serie di interventi che tendono a favorire la trasparenza delle nomine, la rotazione degli onorari (con un progressivo sfavore a partire dal secondo rinnovo) ed a chiarire i requisiti.
Il plenum ha poi sciolto i dubbi circa l'introduzione del passaggio delle proposte di nomina davanti al consiglio giudiziario, finora non previsto. Le ragioni di sistema e di trasparenza hanno fatto preferire la soluzione che prevede l'intervento del c.g., pur nella consapevolezza che nei distretti di dimensioni medio-grandi i consigli sono già in terribile affanno da sovraccarico, soprattutto in questi mesi in cui si sommano molte e complesse procedure nazionali (GOA, GOT e VPO, giudici di pace, tabelle...). Il plenum ha ritenuto di non intervenire con una propria decisione circa la composizione del consiglio giudiziario, materia che nel silenzio della legge deve essere approfondita.

 
10. La mozione su Cordova.

Il Consiglio ha approvato, con alcune modifiche accettate dai presentatori, una mozione a firma dei consiglieri togati, con l'eccezione di MI, relativa alla proroga dei termini per la presa di possesso in Cassazione del Procuratore di Napoli. La mozione è stata illustrata da Salvi. Vi è stata una mozione contrapposta del Polo, che però ha raccolto il solo voto dei consiglieri del Polo presenti. Va sottolineato, comunque, che anche quest'ultima mozione stigmatizzava il fatto che il Ministro avesse prorogato i termini, però esclusivamente sotto il profilo dell'avvenuta indicazione del nuovo Procuratore da parte della commissione.
Il reale punto del disaccordo è costituito dal richiamo all'art. 2 L.G.: si tratta di una questione di principio, di notevole rilevanza. Il Ministro, infatti, ha dilazionato l'allontanamento di un magistrato, valutato incompatibile con l'ambiente dal C.S.M., unico organo competente per tale valutazione.
Al di là della forte e immediata presa di posizione del Consiglio, si pone con chiarezza un problema di rispetto delle attribuzioni costituzionali, che sarà oggetto di esame nei prossimi giorni, per la valutazione delle ulteriori reazioni del CSM rispetto alla disapplicazione di una sua deliberazione.

 
 Dalle commissioni:
 
 
1. Proposte di nomine per incarichi direttivi e semidirettivi.
 
La Quinta commissione ha proposto all'unanimità:

Il dott. Oscar Bobbio, Presidente di sezione del Tribunale di S. Maria Capua Vetere, è stato proposto con due astensioni (Schietroma e Aghina) per il conferimento dell'ufficio semidirettivo di Presidente di sezione del Tribunale di Napoli.
Sono stati proposti per la nomina a Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Venezia i dottori Mario Resta -Pres. Trib. Sorv. Trento- (Primicerio, Stabile) e Giovanni Tamburino (Buccico, Menditto); astenuti Aghina e Schietroma. Il nostro voto è andato al dott. Giovanni Tamburino, pur in presenza di un candidato che ricopre l'incarico di pres. di un Trib. di Sorv. (con due soli magistrati presso gli uffici di sorveglianza), in considerazione del suo prevalente esercizio, anche se in tempi passati, delle funzioni di giudice di sorveglianza, della specifica esperienza acquisita proprio nel settore, attraverso tra l'altro: le molteplici attività realizzate pure nel periodo di fuori ruolo presso il DAP, pubblicazioni, partecipazione a commissioni di studio, organizzazione di incontri con i presidenti dei Tribunali di Sorveglianza, partecipazioni e relazioni a convegni.

E' in corso di predisposizione l'elenco degli uffici semidirettivi che sarà pubblicato prevedibilmente nei primi giorni di aprile.

2. Permanenza ultradecennale ed incompatibilità.

La commissione sta trattando alcune pratiche particolarmente delicate, che si concluderanno nelle prossime sedute.
Una di esse riguarda un quesito pervenuto al consiglio circa la destinazione da dare ad un presidente di sezione (di tribunale di medie dimensioni), che ha maturato il termine di permanenza decennale, ma che non può passare ad altro settore in quanto sussistono ragioni di incompatibilità con familiari che svolgono l'attività di avvocato. Si tratta di questione non semplice, dovendosi valutare, nell'ipotesi che si concluda per la mancata derogabilità al termine decennale, se debba procedersi alla destinazione del magistrato ad altra sede.

 
3. La magistratura onoraria.

La commissione sta esaminando, dopo aver investito anche l'Ufficio studi, che ha fornito articolate relazioni, alcune pratiche di notevole delicatezza e interesse che concernono sia il settore disciplinare (in particolare per valutare se anche per i magistrati onorari possa operare il regime di sospensione della procedura disciplinare e dei suoi termini in pendenza di procedimento penale) sia la materia delle incompatibilità (dovendosi valutare se i casi di incompatibilità previsti dalla legge sui giudici di pace siano tassativi o vi siano margini di applicazione delle ipotesi previste per i magistrati ordinari).
Altra procedura di non facile soluzione riguarda la possibilità per i GOA in scadenza di partecipare al concorso per una nuova nomina in altra sede.


Indirizzo:
http://old.magistraturademocratica.it/platform/2004/03/30/cronache-dal-consiglio-n-33