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Sezione PALERMO

SEZIONE DI
PALERMO

Urgente è la
necessità di provvedere alla copertura degli organici e
soprattutto al loro adeguamento ai carichi di lavoro indotti dalla
accresciuta complessità della realtà sociale che
determina un esponenziale ricorso alla giurisdizione e dalla
presenza, in tutto il territorio del distretto, di un’agguerrita
criminalità organizzata di tipo mafioso.
In un distretto, quale
quello di Palermo, fortemente caratterizzato dalla pervasiva presenza
della mafia, la difettosa amministrazione della Giustizia, venendo
percepita dal cittadino come una sorta d'incapacità dello
Stato di assicurare una rapida, efficiente e dunque effettiva e
sicura tutela giurisdizionale, si traduce di fatto in una causa
accrescimento del potere e del consenso di Cosa Nostra.

Si rende, dunque,
indilazionabile non solo la copertura dei posti vacanti ma il nuovo
dimensionamento degli organici considerando che il Distretto per
fronteggiare la “questione mafia” deve istruire e
celebrare processi aventi dimensioni ponderose sia sotto il profilo
della qualità che del numero degli imputati detenuti, con
conseguenze sull’intera struttura facili da immaginare.
La situazione è,
peraltro, aggravata dai frequenti trasferimenti di magistrati
disposti senza contemporaneo rimpiazzo, che, specie negli uffici di
modeste dimensioni, provocano evidenti disfunzioni cui si aggiunge
sovente nel penale l’ulteriore devastante conseguenza
dell’annullamento dell’attività dibattimentale
compiuta ove le parti non consentano alla sua utilizzazione innanzi
all’organo giudicante diversamente composto.
L’attuale generale
disciplina delle incompatibilità rende, inoltre, sempre più
difficile costituire i collegi, specialmente per i reati più
gravi, ed impone spesso la necessità di trarre i componenti
del collegi da più sezioni diverse di uno stesso ufficio
giudiziario, comportando così gravi inconvenienti per la
funzionalità delle sezioni di provenienza e forti ritardi
nella definizione del processo.
Per effetto delle recenti
modifiche in tema di giudizio abbreviato, si è assistito ad un
aumento del carico di lavoro del G.U.P. su cui sono venuti a gravare
una serie di processi spesso concernenti reati di competenza della
Corte di Assise senza che, parallelamente, si sia posto mano ad un
potenziamento degli organici, che sono sottoposti ad uno sforzo
insostenibile.
In particolare, stridono
palesemente con la crescente importanza e l’aggravio di compiti
che le recenti riforme processuali assegnano alla funzione
giurisdizionale preliminare, le attuali condizioni della sezione
G.I.P./G.U.P. del Tribunale di Palermo
sia per la sproporzione
tra il numero dei magistrati in forza alla sezione e quelli
(giustamente) assegnati alla locale Procura della Repubblica sia per
l’assoluta inadeguatezza numerica del personale di cancelleria
rispetto all’enorme mole di adempimenti che la trattazione
degli affari assegnati all’ufficio impone.

Pur trattando
quotidianamente processi in cui è necessario il
video-collegamento
a distanza l’ufficio, non disponendo di
una propria aula dotata delle relative strutture tecniche, è
costretto a confrontarsi con difficoltà organizzative enormi
per conciliare la necessaria celerità con cui trattare
delicati processi con imputati detenuti, con la disponibilità
dell’apposita aula, gli impegni degli imputati in altri
processi e gli impegni dell’ufficio medesimo.
Per converso, la
situazione del personale amministrativo non appare diversa,
essendo altrettanto evidente l’inadeguatezza dell’attuale
organico rispetto all’elevato numero di delicati adempimenti da
assolvere quotidianamente.
Analoghe considerazioni
valgono per gli altri uffici giudiziari del distretto per il
costante, negativo rapporto tra la enorme mole di lavoro ed i mezzi
offerti per celebrare i processi in tempi rapidi: alla carenza e
sottodimensionamento dell’organico della magistratura si
aggiunge anche quello del personale di cancelleria che, sia per
l’esiguo numero di persone, che, specialmente, per la mancanza
di mezzi finanziari (fondi per lo straordinario) non è più
in grado di assicurare il numero di udienze che sarebbe necessario
per concludere celermente i processi di maggiore rilievo.
La stessa carenza di
adeguate dotazioni finanziarie
ha del tutto cancellato la
possibilità di ricorrere ai contratti di diritto privato per
le trascrizioni dei verbali di udienza, esponendo i singoli
magistrati, necessitati a nominare i periti trascrittori per i
singoli processi, a responsabilità contabile donde la
necessità di dovere spesso optare per la verbalizzazione
sintetica, con conseguente rallentamento dei tempi della udienza.
E’ triste
evidenziare che molti magistrati si sono visti negare anche la carta
per la stampante o altri generi di cancelleria di prima necessità
(carta, penne, spillatrici, cartucce per le stampanti e quant'altro),
senza dire che non ci sono soldi per l’acquisto di nuovi codici
né disponibilità finanziarie per abbonamenti a riviste
specializzate o per l'acquisto di libri.
Le autovetture assegnate
ai vari Uffici rischiano di fermarsi per mancanza di fondi per il
pagamento della benzina, delle riparazioni di cui continuamente
necessitano, stante l’assoluta vetustà del parco
macchine, degli straordinari dei pochi autisti giudiziari in
servizio.
La progressiva riduzione
del personale nelle segreterie delle Procure, unitamente alla
mancanza di fondi per lo straordinario, è una delle causa
dell'arretrato, se si considera le funzioni alle quali dovrebbe
assolvere: iscrivere i dati nel registro generale, aggiornare
direttamente i registri, fascicolare, indicizzare, inoltrare le
deleghe, oltre a redigere una pluralità di atti nella vita
ordinaria del procedimento, e naturalmente fare migliaia di
fotocopie.
Non sono presenti, da
tempo, i dattilografi, incaricati anche del servizio fotocopie,
mentre in alcune Procure del Distretto si tenta di sopperire alla
carenza dei commessi con LSU (lavoratori socialmente utili) che sono
impiegati per poche ore al giorno e dei quali non è possibile
verificare i precedenti penali.
Le fotocopiatrici sono un
bene in via di estinzione; quelle che rimangono spesso necessitano di
costose riparazione alle quali non si può fare fronte per
mancanza di fondi: si opera quindi in condizioni di enorme disagio
senza fascicolatore, senza la possibilità di copie fronte -
retro, fotocopiando solo a singole pagine anche quando, di regola,
necessitano migliaia e migliaia di copie.
E’, purtroppo, un
dato e una costante che anche la giurisdizione civile rappresenti
attualmente una risorsa insufficiente al bisogno: profondamente
modificata da incisive riforme, continua purtroppo ad essere
caratterizzata da inefficienze e ritardi per l'enorme sproporzione
esistente tra il carico di lavoro e l'esiguo numero dei giudici e dei
loro ausiliari, gravati da un numero sempre crescente di incombenze.
Si assiste ancora allo
spettacolo mortificante di un giudice senza cancelliere, in attesa di
ascoltare testimoni spaesati, sfiniti da lunghe attese, sommerso
dalle carte ed attorniato da avvocati impegnati nella faticosa ed
umiliante ricerca di fascicoli e controparti, tutti alle prese con
verbali scritti a mano, con documenti che non si trovano; di un
giudice costretto, infine, a rinviare i processi di mesi o
addirittura di anni nonostante tratti centinaia di cause a settimana
e scriva finanche cinquecento sentenze all’anno.
Il dato organizzativo -
legato alla incongruenza delle risorse umane e materiale destinate al
settore - ha in pratica vanificato i benefici ipoteticamente
ricollegabili alle innovazioni ordinamentali e procedurali che hanno
ridisegnato il sistema processuale civile.


Indirizzo:
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