La decisione delle Commissioni Affari Costituzionali e Bilancio della Camera dei deputati di prorogare fino al 31 dicembre 2005 il mandato scaduto a Pierluigi Vigna come Procuratore nazionale Antimafia è una inaccettabile espropriazione delle competenze affidate dalla Costituzione al Csm cui spettano in via esclusiva assegnazioni e trasferimenti. Ciò appare tanto pi grave alla luce delle dichiarazioni rese dal Presidente della Commissione Giustizia del Senato secondo cui "gli sforzi sono finalizzati soprattutto ad evitare che il sostituto di Vigna diventi Caselli".
In questo modo, sia pure in modo surrettizio (attraverso la conferma del dott. Vigna e la determinazione attraverso la legge della data di vacanza del posto) si affida di fatto al Governo e alla maggioranza parlamentare la nomina di uno dei più importanti incarichi direttivi italiani. La divisione dei poteri viene calpestata e si introduce nel sistema un precedente gravissimo che viola i principi fondamentali del sistema. Chiediamo a chi ha a cuore le sorti dello Stato di diritto (e tra questi al dr. Vigna) atti coerenti, idonei ad evitare che questo ulteriore strappo costituzionale sia portato a compimento.