[Area] Domani potrebbe essere qualunque magistrato

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Mer 5 Giu 2024 22:47:45 CEST



_Domani potrebbe essere qualunque magistrato_

Il Consiglio superiore della magistratura ha deliberato di non 
riconoscere la settima valutazione di professionalità a Emilio Sirianni.

Valutazione che il Consiglio superiore della magistratura ha esplicitato 
di avere adottato «nell'esercizio della propria insindacabile 
discrezionalità valutativa».

Intendiamo sindacare l'insindacabile.

I motivi della decisione risiedono nella (ritenuta) mancanza delle 
indispensabili «doti di equilibrio e indipendenza che dovrebbero 
costantemente connotare la condotta del magistrato».

Le (pretese) ragioni sono note: Emilio Sirianni "paga" le conseguenze 
del suo rapporto amicale con Domenico Lucano, il suo offrire all'amico 
Lucano consigli per la sua attività a supporto dei migranti, il suo 
conforto morale, la sua promessa di impegnarsi per promuovere un 
movimento di opinione a suo favore. Il tutto è emerso grazie ad attività 
di intercettazione telefonica - cui era sottoposto Lucano - nel corso 
delle quali Emilio Sirianni ha anche avuto il torto di esprimere 
commenti molto aspri, propri di una conversazione privata tra amici, 
sulla professionalità di un magistrato.

Per questi fatti Emilio Sirianni è stato sottoposto a: (1) procedimento 
penale (archiviato); (2) procedimento volto ad accertare l'eventuale 
incompatibilità ambientale ad esercitare le funzioni nel distretto di 
Catanzaro (insussistenza dei presupposti); (3) procedimento disciplinare 
(definito con assoluzione); (4) procedura di non conferma nell'esercizio 
delle funzioni semidirettive (a dispetto dei risultati raggiunti: il 
Consiglio Giudiziario del distretto evidenziava un magistrato dotato di 
"eccellente capacità organizzativa e direttiva che, con impegno, 
sobrietà e rigore ha eliminato le pendenze della sezione lavoro da lui 
diretta").

Mettiamo in fila pochi aspetti: (1) Emilio Sirianni non è un giudice 
penale; (2) Emilio Sirianni non lavora nel distretto nel cui ambito 
territoriale Lucano era indagato; (3) Emilio Sirianni non ha 
"avvicinato" i magistrati che si occupavano del caso di Domenico Lucano; 
(4) Emilio Sirianni ha espresso i propri giudizi negativi su un collega 
nell'ambito di una conversazione privata con un amico (e destinata a 
restare privata, quantomeno nelle intenzioni degli interlocutori); (5) 
Emilio Sirianni, allorché si è attivato a promuovere un movimento di 
opinione favorevole all'attività di Domenico Lucano, ha esercitato una 
libertà costituzionale (e forse più d'una: diritto di manifestazione del 
pensiero; diritto di critica; diritto di partecipazione alla vita 
democratica, e via di seguito).

La decisione del Consiglio è allarmante. Lo è per più di una ragione che 
riguarda tutti i magistrati italiani.

Si tratta di una valutazione di professionalità che omette di valutare 
il lavoro giudiziario - a partire dalla qualità dei provvedimenti per 
finire alla capacità organizzativa - per concentrarsi sulla vita privata 
del magistrato.

È stato attribuito rilievo a conversazioni private e tali destinate a 
restare, che in nessun modo hanno interferito con le indagini in corso, 
né con l'attività professionale di Emilio Sirianni la cui rilevanza 
esterna, peraltro, era stata esclusa dalle Sezioni Unite in sede 
disciplinare.

È un precedente pericoloso per tutti i magistrati italiani, che 
rischiano di essere bloccati nelle progressioni di carriera per le loro 
scelte di vita privata e non per il vaglio negativo dell'attività che 
svolgono nell'aula. Sotto questo profilo, desta preoccupazione, sul 
piano del metodo, il modo con cui molti componenti del Consiglio hanno 
interpretato il loro ruolo: un CSM polarizzato in due schieramenti 
contrapposti, con l'intero Comitato di Presidenza che si mostra incapace 
di esprimere una posizione quando a essere in gioco è la stessa 
indipendenza dei magistrati.

Suona sinistro - quasi evocativo di uno stigma che colpisce Emilio 
Sirianni in conseguenza della sua militanza nell'associazionismo 
giudiziario - l'insistito riferimento alla sua appartenenza a 
Magistratura democratica. Soprattutto, preoccupa la stigmatizzazione 
dell'appassionata partecipazione - al di fuori dell'esercizio delle 
funzioni (ché, su quelle, nessuno ha sollevato obiezioni) - a un 
progetto di solidarietà sociale. È una profonda ingiustizia che il 
Consiglio superiore della magistratura fa a Emilio Sirianni.

Lo ribadiamo, è anche un messaggio pericoloso per tutta la magistratura: 
state buoni. Non date problemi. Tenetevi al riparo dalla società. 
Tornate nella torre eburnea. Soprattutto, non disturbate il potere 
costituito, qualunque sia il suo colore. E, se avete dei pensieri, 
teneteli per voi. I pensieri sono pericolosi. La passione sociale è 
pericolosa. La partecipazione alla discussione democratica (e, dunque, 
alla vita politica, non necessariamente partitica) è pericolosa.

Oggi il CSM ha scritto una brutta pagina di una storia sbagliata e si 
assume il rischio di riportare la magistratura indietro di sessant'anni, 
prima del disgelo costituzionale.

Un disegno al quale Magistratura democratica si opporrà con convinzione 
non per sé stessa o per i propri appartenenti, ma per tutti i magistrati 
italiani.

Domani Emilio Sirianni potrebbe essere qualunque magistrato della 
Repubblica. Per questo, oggi, siamo tutti Emilio Sirianni.

_L'Esecutivo di Magistratura democratica_

_Leggi sul sito di Magistratura democratica_ [1]

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