[Area] [Mailinglist-anm] Repubblica.it _ rivolta contro manuale di Gazzoni
Rachele Monfredi
rachele.monfredi a giustizia.it
Mer 7 Ago 2024 14:27:31 CEST
Ho sempre considerato il manuale del prof Gazzoni geniale.
Reputo che in democrazia la critica anche feroce dei pubblici poteri, compreso quello giudiziario, sia doverosa da parte di ogni cittadino.
Credo anche che la libertà di insegnamento tutelata dall’art 33 della Costituzione sia un pilastro.
Nutro enorme rispetto verso la saggezza che discende dall’ anzianità.
Sul principio di fondo che poi è l’ubi consistam della divisione dei poteri concordo pure, ma credo che il limite sia stato ampiamente superato
La delegittimazione dell’azione giudiziaria nel suo complesso è pure più grave dell’attacco sessista. E lo è ancora di più, dato lo strumento destinato a una vasta platea di giovani e a durare negli anni
Spero che l’ANM - dopo le ferme parole del Presidente Santalucia - passi ai fatti.
Io credo che andrebbe dato mandato a un avvocato per intraprendere una causa civile contro l’autore e l’editore a tutela della funzione- di cui siamo custodi e non titolari- preannunciando la devoluzione dell’eventuale risarcimento al Ministero della Giustizia (magari affinché lo investa a favore delle condizioni carcerarie).
Rachele Monfredi
Inviato da iPhone
> Il giorno 7 ago 2024, alle ore 13:28, Coordinamento AreaDG via Mailinglist-anm <mailinglist-anm a associazionemagistrati.com> ha scritto:
>
> Repubblica.it
>
> TITOLO
>
> Magistrati uomini “psicolabili” e donne in toga “instabili sulle vicende
> familiari”. È rivolta contro il nuovo manuale di diritto Gazzoni. Anm:
> “Giudizi misogeni”
>
> SOMMARIO
>
> Indignazione per le espressioni usate nell’ultima edizione del libro, a
> pagine 51. L’invito anche ad applicare i test psicoattitudinali come
> chiedeva Cossiga. Interviene Santalucia: “Espressioni misogine e di stupido
> dileggio dell’ordine giudiziario”. Zaccaro, Area: “Temo sia il frutto dei
> tempi in cui si gareggia a chi la spara più grossa, ma alla fine a pagare
> sono le istituzioni repubblicane”
>
> di Liana Milella
>
> ROMA - I magistrati? “Entrano in ruolo in base a un mero concorso per
> laureati in giurisprudenza e appartengono in maggioranza al genere
> femminile che giudica non di rado in modo eccellente, ma è in equilibrio
> molto instabile nei giudizi di merito in materia di famiglia e figli”. La
> carriera delle toghe? “Progrediscono nelle funzioni e nello stipendio in
> base all’anzianità e non al merito, onde sono premiati anche magistrati che
> si sono resi colpevoli, per negligenza, di clamorosi errori giudiziari,
> come nel caso Tortora”. Forse hanno ragione Nordio e il governo Meloni che
> hanno imposto per loro i test psico attitudinali a partire dal 2026? I
> magistrati “non di rado appartengono alla categoria degli “psicolabili”,
> come ha scritto un giudice non corporativo, che manifesta nelle sentenze
> quello squilibrio, “male oscuro tipico della funzione“. Male che giustifica
> il disegno di legge presentato a suo tempo dal senatore Francesco Cossiga,
> volto a introdurre la visita psichiatrica per i candidati al concorso in
> magistratura”.
>
> Capitolo quarto, sezione terza, pagina 51. Del Manuale di diritto privato
> del professor Francesco Gazzoni, noto civilista dell’università La
> Sapienza, oggi in pensione, su cui hanno studiato generazioni di giuristi
> angosciati in vista di un esame difficile. A tutt’oggi quel manuale
> rappresenta una lettura obbligata per chi vuole affrontare il concorso in
> magistratura. Ma l’ultima edizione sta sollevando un’indignazione
> fortissima tra le toghe italiane.
>
> Da alcune ore, da una mailing list all’altra, gira quella pagina 51 del
> manuale. Cui seguono commenti durissimi. “Misoginia imperante”. Questo è
> “un rimbambito”. E poi, “da anni usa il manuale per polemizzare con grandi
> giuristi come Galgano o come i professori di diritto del lavoro”. Ma in
> molti già pensano a sporgere querela o muovere azioni civili per dare in
> beneficenza il risarcimento.
>
> Il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia riceve la pagina sul suo
> whatsapp e chiosa: “Espressioni misogine e di stupido dileggio dell’ordine
> giudiziario, che con amara sorpresa ci tocca leggere in un testo dedicato
> soprattutto alla formazione dei giovani giuristi. Espressioni che al
> contempo avviliscono e indignano, mortificando chi le ha pensate, chi le ha
> scritte e chi ha ritenuto di pubblicarle”.
>
> Durissimo il segretario di Area Giovanni “Ciccio” Zaccaro. “Non mi
> preoccupano le opinioni di Gazzoni, che non è un “maestro” del diritto
> civile ma l’autore di una sorta di Bignami molto ben fatto, che in tanti
> abbiamo usato per ripetere diritto civile in vista delle prove orali del
> concorso. Mi preoccupa che un editore prestigioso pubblichi frasi misogine
> e di dileggio del potere giudiziario. Temo sia il frutto dei tempi in cui
> si gareggia a chi la spara più grossa e alla fine a pagare sono le
> istituzioni repubblicane”.
>
> L’editore - le Edizioni scientifiche italiane - pubblica la ventunesima
> edizione. Che costa 123,50 euro. Si tratta di uno dei manuali più noti di
> diritto privato, adottato in molte università italiane a cominciare proprio
> dalla Sapienza. Un manuale che, in quella pagina 51, contiene
> considerazioni come queste: “Si è assistito a invasioni di campo,
> sostanziali se non formali, a opera di giudici i quali ad esempio, nel
> silenzio della legge, hanno ritenuto di poter decidere a quali condizioni
> si possono far morire cittadini incapaci di intendere e di volere”. E
> ancora: “I giudici, in nome del popolo italiano, hanno deciso in base ai
> valori non già fissati in leggi, frutto di mediazione a opera dei
> rappresentanti del popolo stesso, ma espressione della propria visione del
> mondo, con efficacia per le sole parti del giudizio e sostanziale
> violazione dell’articolo 3 della Costituzione, oltre che del fondamentale
> principio della separazione dei poteri”. Segue la critica alle “sentenze
> creative”. Per chiudere sulla “ybris della magistratura italiana” che si
> sente “superiore alla legge, a livello di padreterni, ignora l’obbligo
> dell’umiltà”.
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