[Area] Le dichiarazioni rese oggi in Parlamento dal Ministro della Giustizia sul caso Almasri rappresentano una grave ferita allo Stato di diritto

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Mer 5 Feb 2025 17:35:49 CET


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_Le dichiarazioni rese oggi in Parlamento dal Ministro della Giustizia 
sul caso Almasri rappresentano una grave ferita allo Stato di diritto_

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Anziché rendere conto delle ragioni dell'omessa trasmissione degli atti 
alla Procura generale di Roma, ai fini dell'applicazione della custodia 
cautelare al cittadino libico Almasri e della sua consegna alla Corte 
penale internazionale, in esecuzione del mandato d'arresto emesso dalla 
Corte, il Ministro si è scagliato contro la Corte penale internazionale, 
non solo sindacando nel merito il mandato d'arresto, ma addirittura 
qualificandolo come "atto nullo" e "completamente sballato".

Sono dichiarazioni che dimostrano come il Ministro non riconosca affatto 
il principio costituzionale di separazione dei poteri, arrogandosi il 
ruolo di tribunale di ultima istanza, censore non solo dei provvedimenti 
emessi dall'autorità giudiziaria nazionale, ma anche di quelli delle 
corti sovranazionali, concorrendo a pericolose disinformazioni in ordine 
a ipotetiche nullità di atti giudiziari.

Sono, invece, evidenti gli errori giuridici in cui il Ministro è incorso 
nella sua arringa, nella quale, ignorando che il mandato di arresto è 
uno strumento giuridico che non corrisponde alle nostre misure cautelari 
personali ed è piuttosto assimilabile ai mandati di comparizione 
(estranei al nostro ordinamento, che invece riconosce la facoltà 
dell'imputato di non partecipare al processo),  ha cercato di 
argomentare la pretesa nullità del mandato d'arresto attingendo alla 
giurisprudenza nazionale relativa alla nullità delle ordinanze cautelari 
italiane, ad esempio per mancanza di traduzione nella lingua madre 
dell'imputato, e anche qui ignorando che, comunque,  anche in Italia 
esiste sempre la possibilità di differire la traduzione di un'ordinanza 
di custodia cautelare a un momento successivo alla carcerazione, quando 
vi sono ragioni d'urgenza,  e che ciò avviene sempre, pacificamente, nel 
caso di arresto.

Appare poi francamente surreale la lamentela che il mandato d'arresto 
fosse scritto in inglese e non fosse stato tradotto in italiano, non 
essendo ammissibile che, nel 2025, il Ministero della giustizia non sia 
in grado di recepire e rendere fruibile immediatamente a chiunque un 
atto scritto in inglese, che è una delle lingue ufficiali dell'Unione 
europea ed è la principale lingua di lavoro in tutti i contesti 
internazionali.

Ma gli errori di diritto sono la cosa meno grave.

Ciò che dovrebbe essere chiaro a  tutti cittadini è che il Ministro si è 
arrogato la facoltà, che non ha, di ergersi d'ufficio a giudice 
d'appello di un atto giudiziario, di  dichiararlo nullo e quindi di 
violare deliberatamente  una legge dello Stato, la legge 237 del 2012, 
che gli imponeva di eseguirlo senza sindacarlo,  in ragione dell'obbligo 
assunto dall'Italia con la ratifica dello Statuto della Corte penale 
internazionale, il quale, peraltro, è conosciuto come Statuto di Roma 
perché è proprio in Italia che l'ideale di una giustizia universale sui 
crimini di guerra,  contro la pace e contro l'umanità ha visto la luce.

Il Ministro della giustizia non ha spiegato, come avrebbe dovuto, perché 
un uomo accusato di avere "picchiato, torturato, sparato, aggredito 
sessualmente e ucciso personalmente detenuti, nonché …ordinato alle 
guardie di picchiarli e torturarli" (come si legge si legge negli atti 
della CPI) sia stato scarcerato per una deliberata omissione del governo 
italiano.

  Il Ministro   ha invece utilizzato questa occasione per attaccare 
ancora una volta l'indipendenza della giurisdizione, e non più "solo" la 
magistratura italiana, ma tutte le autorità giurisdizionali, anche 
internazionali e sovranazionali. Il messaggio è chiaro: nessuna autorità 
giudiziaria, nazionale o sovranazionale, potrà emettere atti sgraditi 
alla maggioranza politica di turno, e se ciò avverrà l'atto giudiziario 
sgradito sarà in qualche modo vanificato nei suoi effetti e l'autorità 
giudiziaria che lo ha emesso verrà additata all'opinione pubblica come 
nemica della nazione.

Una pericolosa deriva, rispetto alla quale tutta la comunità giuridica, 
tutti coloro che hanno a cuore la democrazia liberale, dovrebbero 
prendere posizione.

_L'Esecutivo di Magistratura democratica_

_Leggi sul sito di Magistratura democratica_ [1]



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