"Perch i magistrati sono costretti allo sciopero"
Gentile Signora, gentile Signore,
la Sua presenza in questo palazzo ci fa presumere che avrà toccato con
mano alcune carenze del servizio giustizia. Esse, in effetti, sono molte
di pi e molto pi gravi. A Milano come altrove le strutture
giudiziarie richiederebbero investimenti straordinari per renderle degne
di un paese civile.
Probabilmente qualcuno avrà cercato di farLe credere che la causa delle
disfunzioni vada attribuita ai magistrati che lavorano poco, che sono
arroganti, che applicano male le leggi, ma Le assicuriamo che noi
viviamo quotidianamente la frustrazione per non poter dare una adeguata
risposta alla domanda di giustizia che ci viene dai cittadini.
Noi magistrati vogliamo spiegare a tutti le ragioni della giornata di
protesta indetta per il 25 maggio.
Da anni segnaliamo al Governo le gravi carenze strutturali nelle quali
siamo costretti ad operare e abbiamo formulato proposte che migliorano
la nostra professionalità e l'organizzazione complessiva del sistema.
Il magistrato è l'unico professionista che non ha una reale struttura di
"assistenza" alla sua attività.
Manca il personale amministrativo e a Milano le scoperture dell'organico
arrivano a picchi del 30 %.
Le risorse per le attività pi elementari, dalla verbalizzazione
meccanizzata, all'informatica, alle riviste giuridiche, alle spese di
cancelleria, sono mancanti o centellinate.
Perch la giustizia funzioni sarebbero necessari investimenti ed una
profonda modernizzazione del sistema.
Dal Governo e dalla maggioranza parlamentare invece giungono solo
risposte offensive e denigratorie o proposte di ritorno al passato,
perch lo scopo è quello di controllare i magistrati, non di far
funzionare meglio la giustizia.
Da ultimo, infine, su proposta del Governo, è stato approvato prima dal
Senato e poi dalla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati un
disegno di legge delega per la riforma dell'ordinamento giudiziario che
costituisce un attacco diretto all'autonomia e indipendenza della
magistratura, principi cardine del nostro ordinamento costituzionale e
garanzia di uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge.
Ed infatti con questo disegno di legge:
1) Si torna agli anni 50 ripristinando una carriera basata su
concorsi per titoli e per titoli ed esami facendo sì che i magistrati
non vengano valutati e valorizzati per quanto e come lavorano, ma per la
preparazione meramente teorica dimostrata nello studio e nella
produzione di bei provvedimenti o articoli (togliendo tempo al proprio
lavoro). La preoccupazione di ciascuno diventerà non quella di rendere
un servizio migliore per il cittadino, ma di badare alla propria
"carriera";
2) Si introduce di fatto la separazione delle carriere tra giudici
e Pubblici Ministeri e la gerarchizzazione delle Procure, ponendo le
premesse per un controllo politico da parte del Governo (cioè della
maggioranza politica) sull'esercizio dell'azione penale;
3) Si verticalizzano gli uffici giudiziari. Il potere sarà
concentrato in pochi soggetti. Si persegue il conformismo e la
burocratizzazione di ogni giudice. Il reale obiettivo è concentrare il
potere in poche mani per poi giungere ad un controllo di fatto di questi
pochi.
4) Cardine del controllo sarà un sistema disciplinare in cui sarà
il Ministro, promuovendo l'azione disciplinare, a dire quali
interpretazioni siano lecite e quali abnormi o anomale, e a stabilire
quali limiti abbiano i diritti civili dei magistrati (libertà di
associazione e di manifestazione del pensiero).
Si tratta di una riforma che non solo non si occupa di efficienza e di
tempi della giustizia, ma che avrà come risultato un sensibile
peggioramento.
Abbiamo cercato in ogni modo il confronto, anche per poter dare il
nostro contributo di proposte e di esperienza. La risposta è stata una
discussione parlamentare blindata e strozzata.
Per questo siamo stati costretti a proclamare lo sciopero, uno strumento
cui i magistrati hanno fatto ricorso solo cinque volte nel dopoguerra,
come gesto di protesta e di denuncia per una controriforma che va contro
la Costituzione e che peggiorerà il servizio ai cittadini.
Abbiamo deciso unanimemente di indire una giornata di sciopero per il 25
maggio 2004 in cui i disservizi per i cittadini saranno comunque
limitati, grazie ad un codice di autoregolamentazione alquanto rigoroso.
LA GIUSTIZIA E' UN SERVIZIO ED UN BENE DI TUTTI I CITTADINI, NON UN
AFFARE DEI SOLI ADDETTI AI LAVORI. PER QUESTO LA DIFENDIAMO.