La maggioranza parlamentare persevera nell'intasamento del sistema giudiziario, ignorando del tutto la esigenza di una seria deflazione quantitativa del carico che grava sulla Corte di cassazione.
La modifica al codice di procedura penale, approvata oggi dalla Camera dei deputati, se diventerà legge, produrrà un ulteriore enorme aumento del numero dei ricorsi, vanificando il recupero di efficienza realizzato negli ultimi anni e determinando un concreto rischio di progressiva paralisi.
La previsione di inappellabilità delle sentenza assolutorie da parte del pubblico ministero è condivisibile soltanto se inserita in un complessivo e generale ripensamento delle impugnazioni nel sistema accusatorio, che è del tutto assente nell'intervento legislativo oggi approvato, il quale ancora una volta appare finalizzato a specifiche contingenti vicende processuali.
Si prevede poi un notevole allargamento delle ipotesi di ricorso per cassazione, con assurda previsione di ricorribilità delle sentenze di non luogo a procedere e con ampliamento del vizio di motivazione, sostanzialmente esteso alla valutazione della prova e dei fatti, che il legislatore del 1988 aveva giustamente limitato al fine di impedire l'utilizzazione del ricorso per discutere in cassazione questioni di fatto, di esclusiva competenza del giudice di merito.
Contro ogni prospettiva di unificazione dei sistemi giuridici europei, la maggioranza parlamentare allontana sempre pi la Corte italiana dal modello di giudice di legittimità, proprio dei migliori sistemi giudiziari dei paesi dell'Unione europea.