Cronache dal Consiglio n. 53

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CRONACHE DAL CONSIGLIO
Maria Giuliana Civinini, Luigi Marini,
Francesco Menditto, Giuseppe Salmè, Giovanni Salvi

NOTIZIARIO N. 53 gennaio-febbraio 2006

OGGETTO: PLENUM 25 gennaio, 8, 9, 15 e 22 febbraio 2006
e
LAVORI DI COMMISSIONE



  1. Dal plenum

    1. L'insediamento del nuovo componente laico del C.S.M. Prof. Mario Caldarera;
    2. Niente pi aumenti per le indennità dei consiglieri;
    3. Conferimento di incarichi direttivi e semidirettivi;
    4. Ancora sulle nomine dei Presidenti di sezione della Corte di Cassazione;
    5. La nomina del Procuratore aggiunto di Caltanissetta: una questione di revoche;
    6. L'allarme informatico;
    7. La nomina del nuovo docente nel settore penale del comitato scientifico;
    8. La Rete dei Consigli superiori a tutela dell'indipendenza della magistratura in Europa.

  2. Dalle Commissioni

    1. Proposte di nomina per incarichi direttivi e semidirettivi;

Dal plenum


1. L'insediamento del nuovo componente laico del C.S.M.
Prof. Mario Caldarera.

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Il 25 gennaio si è insediato il nuovo componente del C.S.M nominato dal
Parlamento, prof. Mario Caldarera, ordinario di diritto amministrativo presso la
facoltà di giurisprudenza dell'Università degli studi "Magna
Grecia" di Catanzaro.
Il prof. Caldarera sostituisce l'avv. Antonio Marotta, divenuto
parlamentare agli inizi di ottobre dello scorso anno, ed è stato assegnato alla
Vice presidenza della Prima e Quarta Commissione ed all'Ottava Commissione.


2. Niente pi aumenti per le indennità dei consiglieri.

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Il 25 gennaio il Consiglio ha approvato la proposta del Comitato di
Presidenza di riduzione del 10% delle indennità dei componenti del C.S.M. per
le sedute dell'assemblea plenaria, della sezione disciplinare e delle
commissioni; la decurtazione è stata determinata specificamente rispetto alle
indennità corrisposte per le stesse sedute nell'anno 2005.
Tutto questo è stato deciso in ossequio a quanto previsto dalla legge
finanziaria 2006.
Avevamo denunciato (vedi precedente notiziario) come, con l'approvazione il
15-12-2005 del nuovo Regolamento di amministrazione e contabilità, erano state
altresì aumentate le percentuali di calcolo delle indennità delle sedute di
commissione rispetto a quelle di plenum, cosicch la decurtazione voluta
dalla legge finanziaria era stata neutralizzata ed anzi alla fine gli emolumenti
complessivi dei consiglieri erano aumentati.
La denunciata inopportunità di tale operazione, che alla fine sortiva un
effetto contrario a quello voluto dalla legge, ha prodotto il positivo risultato
di sospendere l'applicazione della norma del Regolamento che prevedeva gli
aumenti, chiudendo positivamente, per l'immagine istituzionale del Consiglio,
una vicenda che comunque avrebbe ben potuto essere evitata.


3. Conferimento di incarichi direttivi e semidirettivi.

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Sono stati conferiti all'unanimità i seguenti incarichi direttivi e
semidirettivi:


  • Procuratore della Repubblica di Lagonegro al dott. Giancarlo Grippo,
    che riveste già tale incarico a seguito di provvedimento consiliare poi
    annullato in sede giurisdizionale;
  • Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni dell'Aquila
    alla dott.ssa Anna Passannanti
    , sostituto procuratore della Repubblica
    presso il Tribunale per i minorenni di Roma;
  • Presidente di sezione della Corte d'Appello di Caltanissetta al dott.
    Salvatore Cardinale
    , Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di
    Enna;
  • Presidente di sezione del Tribunale di Ferrara al dott. Francesco Caruso,
    consigliere della Corte d'Appello di Caltanissetta;
  • Presidente di sezione del Tribunale di Lodi al dott. Pierluigi Stolfi,
    giudice presso lo stesso tribunale;
  • Presidente di sezione del Tribunale di Roma (quattro posti) ai dott.ri
    Antonio Bevere, Maurizio Durante, Giovanna Russo e Carmelita Agata Russo
    ,
    tutti giudici presso lo stesso tribunale;
  • Presidente di sezione del Tribunale di Nola alla dott.ssa Maria Rosaria
    Venuta
    , consigliere della Corte d'Appello di Napoli;
  • Procuratore aggiunto presso il Tribunale di Milano al dott. Edmondo
    Bruti Liberati
    , sostituto procuratore generale presso la Corte d'Appello
    di Milano;
  • Procuratore aggiunto presso il Tribunale di S. Maria Capua Vetere al
    dott. Luigi Gay
    , sostituto procuratore della Repubblica presso il Tribunale
    di Napoli.

Per l'incarico di Presidente di sezione del Tribunale di Reggio Calabria
è stato nominato il dott. Vincenzo Pedone, Presidente di sezione del
Tribunale di Locri, con sei astensioni (Movimento, Rognoni, Civinini e Marini).
Per tre posti di Procuratore aggiunto presso il Tribunale di Napoli
sono stati nominati i dott.ri Alessandro Pennasilico, Federico Cafiero De
Raho e Rosario Cantelmo
, rispettivamente sostituto procuratore generale
presso la Corte d'Appello di Napoli, Procuratore aggiunto presso il Tribunale
di Torre Annunziata e sostituto presso la stessa Procura di Napoli; i dottt.ri
Pennasilico e Cantelmo sono stati votati all'unanimità, mentre il dott.
Cafiero De Raho ha ottenuto 13 voti (Unicost, Mi, Berlinguer, Ventura Sarno,
Spangher, Caldarera e Favara), contro i 10 di Aldo De Chiara, sostituto
procuratore generale presso la Corte d'Appello di Napoli (MD, Movimento,
Buccico e Di Federico), astenuto Rognoni.
Per l'incarico di Presidente di sezione del Tribunale di Milano è
stato nominato il dott. Enrico Tranfa con 13 voti (Unicost, Mi, CDL e
Favara), il quale già tale incarico ricopriva a seguito di delibera del
24-7-2002, successivamente annullata dalla giustizia amministrativa su ricorso
del dott. Raffaele Martinelli, giudice del Tribunale di Milano, al quale sono
andati 8 voti (MD, Movimento e Berlinguer); astenuto Rognoni.


4. Ancora sulle nomine dei Presidenti di sezione della Corte di Cassazione.

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L'annosa questione della nomina dei Presidenti di Sezione della Corte di
Cassazione ha finalmente avuto una svolta.
Nel plenum del 26 gennaio sono state presentate due proposte
contrapposte, per il primo dei concorsi, in ordine di vacanza del posto. Unicost
e Polo hanno presentato il dott. Enrico Papa, mentre MD e Movimento hanno
proposto il dott. Vincenzo Proto.
La logica delle due proposte è chiara: da un lato la spiccata professionale
di Proto, da tutti riconosciuta, dall'altro la maggiore anzianità di Papa. Su
questo si è sviluppato un dibattito molto approfondito e con toni a volte anche
molto fermi, come negli interventi del Procuratore Generale e del Primo
Presidente, che hanno, infatti, sottolineato con determinazione che la
esclusione di Proto - magistrato universalmente stimato - non avrebbe potuto
trovare giustificazione alcuna.
La votazione ha visto ancora una volta la nota maggioranza (Unicost, Mi,
Polo) ottenere il risultato. Va tuttavia rimarcato che la discussione, molto
approfondita, nel far emergere con chiarezza i parametri diversi utilizzati
nelle due proposte, ha poi consentito di raggiungere l'unanimità (almeno in
Commissione) nei successivi concorsi (vedi pi sotto "dalle
commissioni"), attraverso un bilanciamento delle diverse posizioni. Si è
infatti votato separatamente, concorso per concorso, tenendo conto delle diverse
legittimazioni dei candidati esaminati (Proto e Fazzioli, infatti sono esclusi
per ragione di età dai concorsi pi recenti).
Così, Proto e Fazzioli hanno ottenuto subito l'immediato consenso di tutti
i membri della Commissione.
L'unanimità ha consentito di superare anche lo scoglio, altrimenti
insormontabile, della necessaria progressione nelle votazioni delle diverse
procedure (cioè non si sarebbero potute votare in Commissione proposte nei
concorsi successivi, prima dell'esaurimento in plenum delle proposte
già votate), che avrebbe comportato ulteriori, gravissimi ritardi. Infatti ogni
proposta della Commissione, prima di poter essere esaminata dal plenum,
deve ottenere il concerto del Ministro ed essere quindi nuovamente votata in
Commissione. Nelle prossime settimane, dunque, il plenum potrà esaminare
le proposte per Proto, Fazioli, Cosentino, Preden e Lattanzi.
Resta, infine, una divergenza di posizioni sul concorso nel quale vi è la
proposta per De Luca da parte del relatore Salvi. Questa procedura verrà
trattata non appena completato l'iter delle proposte in corso.
Sono nel frattempo giunte all'esame della Commissione nuove procedure per
posti analoghi. L'impegno di MD sarà di trattare immediatamente ciascuna di
queste procedure, non appena completato l'iter istruttorio, e di votare
subito, qualunque sia il possibile esito.


5. La nomina del Procuratore aggiunto di Caltanissetta: una questione di revoche.

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La nomina del procuratore aggiunto di Caltanisetta ha portato
ad opzioni diverse tra Md e Movimenti. Il punto di dissenso è costituito
esclusivamente dall'interpretazione degli effetti della revoca di una domanda
precedente, una volta accettata la proposta della Commissione da parte del
candidato. Infatti dal punto di vista della scelta del candidato non vi era
nessuna differenza di valutazioni: il dr. Bertone univa al curriculum
particolarmente positivo (specificamente per il posto da ricoprire, visto l'impegno
nella DDA), che pure non mancava in altri candidati (e in particolare per
INSACCO, che però aveva un punteggio per omologhe inferiori), un punteggio
aggiuntivo per la permanenza in sede disagiata che lo portava automaticamente al
di sopra degli altri aspiranti. Per la verità anche di questo aspetto si è
discusso, giacch il punteggio del dr. Bertone è stato accumulato in sede
(Catania) nella quale il dr. Bertone aveva a lungo operato in passato, essendone
originario. Va però rilevato - e su questo infine tutti hanno concordato -
che la normativa non opera distinzioni di tal genere e che per di pi il dr.
Bertone si trasferì nella sede disagiata, provenendo da altra sede assai
ambita. In sostanza, dunque, il reale punto di discussione è stato quello
citato innanzi: il dr. Bertone, infatti, dopo aver accettato la proposta della
commissione per il posto in questione, aveva poi revocato la domanda per il
posto di s. procuratore generale di Catania, nei tre giorni dalla comunicazione
di questa seconda proposta.
Secondo una parte della Commissione (proposta INSACCO) tale revoca, non
avendo espressamente fatto salva la domanda per Caltanisetta, ne aveva provocato
la revoca tacita.
Secondo questa impostazione, tale orientamento era stato seguito dal
Consiglio in una precedente occasione, nella quale pure era stata considerata
revocata implicitamente una domanda, pur dopo la sua accettazione.
In realtà nel caso citato (dr. Scaduto per posto di Presidente di Sezione
del Tribunale di Palermo) la revoca era intervenuta prima della proposta della
Commissione.
Infatti il dott. Scaduto era stato proposto dalla quinta commissione nelle
sedute del 12-18 luglio 2005, mentre già il 9 luglio 2005 aveva revocato un'altra
domanda per la quale il 4 luglio 2005 era stato proposto dalla terza
commissione.
Sul punto è chiarissima la relativa delibera del 28 settembre 2005: "nelle
more della formalizzazione delle proposte è emersa l'ulteriore circostanza
dell'intervenuta revoca implicita - secondo le prescrizioni contenute nel
paragrafo V, punto 13, della circolare consiliare n. 15098 / 1993, debitamente
comunicate all'interessato - della domanda del dott. SCADUTO per il posto in
esame"il dott. Gioacchino SCADUTO, in data 4 luglio 2005 è stato proposto per
altro ufficio dalla Terza Commissione, in data 9 luglio 2005 ha revocato tale
domanda e conseguentemente, ai sensi del PAR. V punto 13 della circolare sui
trasferimento n. 15098 del 30 novembre 1993 e succ. mod., non avendo confermato
la richiesta relativa al posto semidirettivo in oggetto, anche quest'ultima
domanda s'intende revocata
".
Dunque, in punto di fatto, non vi è ragione di contrasto. Quel precedente
riguarda un caso in cui pacificamente si sarebbe dovuto applicare il principio
della revoca implicita.
Questo principio, invece, non può trovare applicazione nel caso che vi sia
stata già un'accettazione da parte del candidato della proposta.
In estrema sintesi (l'articolata esposizione delle diverse posizioni si
può trovare nelle due proposte) la ragione per la quale abbiamo ritenuto di non
poter accettare questo orientamento è la palese irrazionalità cui esso dà
luogo. Infatti è pacifico che il proposto, una volta accettata la candidatura
entro i tre giorni previsti dalla circolare, non può pi revocare la domanda,
se non nei casi espressamente previsti e che riguardano serie ragioni
sopravvenute ed esigenze dell'ufficio. La previsione di questo divieto è nell'esclusivo
interesse dell'amministrazione, che non può vedere le procedure di nomina
condizionate senza limiti dalla volontà dell'interessato. L'interesse alla
sollecita definizione della procedura prevale sulle esigenze dei singoli
magistrati, che non possono modificare il loro orientamento, se non in casi
espressamente disciplinati.
Se è così (e nessuno lo mette in dubbio) sarebbe irrazionale (e
comporterebbe conseguente assurde e del tutto in contrasto con la ratio della
norma) che al magistrato, cui è precluso revocare la domanda espressamente,
fosse consentito di revocarla implicitamente, attraverso la revoca di un'altra
domanda. Nell'interesse dell'amministrazione, dunque, la previsione della
circolare non può che essere interpretata nel senso che la domanda accettata
entro i tre giorni dalla comunicazione non è pi nella disponibilità del
magistrato, n attraverso revoca espresso, n attraverso revoche implicite. A
questo lineare risultato si giunge senza nemmeno porsi un secondo profilo,
peraltro non irrilevante, costituito dall'interpretazione della finalità
soggettiva della revoca della seconda candidatura (essendo anche in questo caso
pacifico che, non avendo il candidato revocato la prima, l'immediata revoca
della seconda è nell'interesse dell'amministrazione, che può così
completare pi rapidamente le due procedure).


6. L'allarme informatico.

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Le comunicazioni pervenute da molti uffici giudiziari, relative ad una
situazione di generale sofferenza delle strutture informatiche, indicate
prossime alla paralisi per carenze di risorse, in specie per quanto riguarda
l'assistenza dei servizi, hanno trovato clamorosa conferma durante il corso di
formazione organizzato per i referenti distrettuali per l'informatica dal C.S.M.,
in cui (in uno ad un documento sottoscritto da tutti i presenti) sono stati
forniti dati e cifre particolarmente allarmanti.
Si configura pertanto una situazione in stridente, clamoroso contrasto con
l'ottimistica comunicazione del ministro della Giustizia, operata solo alcuni
giorni or sono in Parlamento, in cui si sono enfatizzati i grandi risultati
conseguiti nell'informatizzazione del servizio giustizia, e che sono state
denunciata anche nelle cerimonie inaugurali dell'anno giudiziario.
Il Consiglio ha approvato una risoluzione in via d'urgenza, evidenziando
che la legge finanziaria del 2006 prevede una riduzione complessiva degli
stanziamenti relativi ai servizi informatici del Ministero della Giustizia:


  • per le spese correnti sono stati stanziati 56.420.572 euro, rispetto a
    98.080.248 euro previsti nel 2005, con una riduzione del 42%. In particolare, si
    prevedono per l'assistenza sistemistica e della rete, 44.285.199 euro rispetto a
    81.977.740 euro del 2005, con una riduzione del 46%;
  • per gli investimenti sono stati stanziati 26.942.928 euro, rispetto a
    38.747.369 euro del 2005, con una riduzione del 30%.
    Peraltro le somme stanziate in alcuni casi sono perfino insufficienti a fare
    fronte agli impegni già assunti e comunque impongono una riduzione consistente
    degli investimenti, impedendo il rinnovo delle dotazioni informatiche degli
    uffici sempre pi obsolete, e -in misura ancora pi rilevante- rendono
    problematica l' erogazione dei servizi di assistenza e manutenzione, ridotti in
    questi giorni ai soli interventi urgenti e indifferibili.

In mancanza di un concreto e tempestivo ripensamento è ipotizzabile un
rallentamento se non l'arresto del processo di informatizzazione degli uffici
giudiziari faticosamente avviato in questi anni con ricadute gravissime
sull'organizzazione degli uffici giudiziari e sulla lunghezza dei processi.


7. La nomina del nuovo docente nel settore penale del comitato scientifico.

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A seguito della cessazione del prof. Paolo Tonini, nominato nei primi mesi
della presente consiliatura, si è dato corso al bando per l'integrazione del
Comitato scientifico con un docente di materie penalistiche, settore
processuale. Le domande sono state due: il prof. Renzo Orlandi ed il prof.
Adolfo Scalfati.
La Nona Commissione non ha raggiunto l'unanimità ed ha inoltrato al
Comitato di Presidenza due diverse proposte, con tre voti a favore del prof.
Scalfati (Buccico, Lo Voi e Stabile) e due a favore del prof. Orlandi (Aghina e
Marini). Il Comitato di Presidenza ha sottoposto al plenum una proposta
che vedeva in alternativa i due candidati.
Il dibattito e le votazioni di plenum hanno rispecchiato le posizioni
espresse dalla commissione, con il prof.Scalfati che ha raccolto 13 voti
(Buccico, Caldarera, De Nunzio, Di Federico, Favara, Lo Voi, Mammone, Meliadò,
Primicerio, Riello, Spangher, Stabile e Ventura Sarno) e il prof. Orlandi che ne
ha raccolti 6 (Aghina, Arbasino, Fici, Marini, Menditto e Salm), assenti
giustificati alla votazione i consiglieri Civinini, Salvi, Berlinguer, Marvulli
Schietroma.
Premesso che entrambi i candidati presentano un curriculum significativo, il
nostro sostegno (rel. Marini) in favore del prof. Orlandi si è fondato sulla
maggiore anzianità e esperienza, sul maggior numero e sull'elevata qualità
delle produzioni scientifiche, sulla significativa esperienza presso istituzioni
universitarie estere, sull'apertura mentale e culturale da sempre dimostrata.
Non vi era dubbio, tuttavia, che anche questa volta il candidato da noi
sostenuto non avesse chances di successo. Il prof. Scalfati, infatti, era
sostenuto fin dall'inizio dal cons.Spangher - con il quale ha pubblicato
alcuni lavori scientifici - ed ha trovato il fermo e deciso appoggio del cons.
Lo Voi sia in commissione che in plenum, quale relatore. Non ha certo
giovato al prof. Orlandi l'avere scritto qualche anno fa un commento incluso
nel volume "Il caso Previti", curato da autori vari, e indicativo di
un'impostazione che dentro questo Consiglio non ha mai pagato, come dimostrano
tutte le precedenti scelte dei professori destinati a comporre il comitato
scientifico.
E infatti, solo i candidati proposti dal cons. Spangher hanno trovato piena
corrispondenza nella maggioranza del plenum, tanto che a nostro parere il
Consiglio ha con queste scelte rinunciato al pur minimo pluralismo culturale ed
ha selezionato la presenza del mondo universitario nel comitato scientifico
secondo un'unica lente ed un'unica impostazione culturale. Ovviamente sempre
con gli stessi 13 voti.


8. La Rete dei Consigli superiori a tutela dell'indipendenza della magistratura in Europa.

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Il 22 febbraio il Consiglio ha approvato a maggioranza (due voti contrari e
due astensioni dei laici della Cdl) una proposta della sesta commissione avente
ad oggetto la ratifica dell'operato della delegazione consiliare, composta da
Berlinguer, anche in veste di Presidente della Rete, Marini e Salmè, che ha
partecipato al Comitato esecutivo della Rete europea dei Consigli di giustizia
tenutosi a L'Aja il 17 febbraio.
L'importanza della riunione del Comitato esecutivo consiste nel fatto che
per la prima volta la Rete, che tra i suoi scopi fondamentali ha quello di
difendere l'indipendenza della magistratura, assume una decisione formale di
natura "politica", con rilievo esterno.
Nel corso della riunione del Comitato esecutivo i rappresentanti di diversi
Paesi avevano infatti segnalato situazioni di pregiudizio dell'indipendenza
della magistratura. I francesi hanno parlato dell' "affaire Outreau",
cioè della decisione del Parlamento francese di istituire una commissione d'inchiesta
sul caso di un'indagine su episodi di presunta pedofilia accaduti a Outreau
che ha visto inquisite 14 persone, in stato di custodia preventiva, su denuncia
di due minori spinti dalla loro madre. Gli inquisiti erano poi stati assolti. Il
Presidente della Repubblica aveva definito la vicenda un "disastro
giudiziario senza precedenti". La commissione parlamentare d'inchiesta il
14 febbraio aveva sottoposto a un vero e proprio interrogatorio con metodi e
toni fortemente inquisitori, ripreso in diretta televisiva - durata circa sei
ore - il giudice istruttore Fabrice Burgaud, ritenuto da tutti il responsabile
principale della vicenda. I fatti avevano offerto ai politici l'occasione per
mettere sotto accusa tutta la magistratura e per rimettere in discussione la
questione della separazione dei poteri.
I rappresentanti del C.S.M. polacco hanno segnalato la vicenda del crollo
dell'edificio pubblico sotto il peso della neve che aveva provocato decine di
morti. Erano stati diffusi commenti parziali al fine di proiettare nell'immaginario
dei cittadini situazioni catastrofiche conseguenti ad errori giudiziari. La
volontà politica risultava evidente: la comunicazione all'opinione pubblica
di un messaggio con l'introduzione di un sistema disciplinare per i giudici e
per i pubblici ministeri pi che per fornire una garanzia di fronte alle errate
decisioni giudiziali, per favorire una maggiore interferenza politica nel
giudiziario.
I rappresentati del C.S.M. belga hanno ricordato che un progetto di legge
prevede il passaggio della gestione finanziaria delle corti dal Consiglio della
giustizia al Ministro, il che, a detta della delegazione belga, costituiva una
minaccia per l'indipendenza in concreto della funzione giudiziaria.
A questo punto, su proposta nostra e dei rappresentanti del C.S.M. francese,
il Comitato esecutivo, composto dai rappresentanti dei Consigli di Francia,
Italia, Regno Unito, Olanda, Belgio, Polonia e Spagna, all'unanimità, ha
approvato il seguente documento:
" Nel momento in cui, in molti Paesi europei, l'istituzione
giudiziaria è fatta oggetto di vivaci attacchi largamente diffusi, la Rete
europea dei Consigli di giustizia ricorda che i principi costituzionali dell'indipendenza
del potere giudiziario e della separazione dei poteri costituiscono i fondamenti
essenziali dello Stato di diritto.
Ritiene necessario riflettere sui mezzi per migliorare il
funzionamento della giustizia, ma esprime preoccupazione davanti al
moltiplicarsi delle messe in discussione di questi principi e si richiama al
loro rispetto.
Ritiene che i Consigli superiori della giustizia hanno un
ruolo essenziale da giocare per rinforzare la fiducia tra la Giustizia e i
cittadini e per difendere, se necessario, i principi fondamentali dello Stato di
diritto.
"

Dalle Commissioni



1. Proposte di nomine per incarichi direttivi e semidirettivi.
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La Quinta commissione ha proposto all'unanimità per il conferimento dei
seguenti incarichi direttivi e semidirettivi:


  • Presidente del Tribunale di Lanusei al dott. Sergio Gorjan,
    consigliere della Corte d'Appello di Trieste;
  • Presidente del Tribunale per i minorenni di Trento al dott. Massimo
    Vecchio
    , Presidente di sezione del Tribunale di Catanzaro;
  • Presidenti di sezione della Corte di Cassazione (6 posti) ai dott.ri
    Vincenzo Proto, Giuseppe Casentino, Edoardo Fazzioli, Roberto Preden e Giorgio
    Lattanzi
    , tutti consiglieri della Corte di Cassazione.
  • Presidente di sezione della Corte d'Appello di Caltanissetta il dott.
    Salvatore Cardinale
    , Procuratore della Repubblica di Enna;
  • Presidente di sezione del Tribunale di Trani al dott. Antonio Gagliardi,
    consigliere della Corte d'Appello di Bari;
  • Presidente di sezione del Tribunale di Brescia al dott. Augusto Angelo
    Bitonte
    , consigliere della Corte d'Appello di Brescia;
  • Presidente di sezione del Tribunale di Bari alla dott.ssa Cesaria Carone,
    consigliere della Corte d'Appello di Bari;
  • Presidente di sezione del Tribunale di Venezia al dott.
    Maurizio Gionfrida(1)
    , giudice del Tribunale di Padova;
  • Procuratore aggiunto presso il Tribunale di Salerno al dott.Umberto
    Zampoli,
    sostituto procuratore generale presso la Corte d'Appello di
    Salerno.

Per l'incarico di Presidente della Corte d'Appello di Ancona sono
stati proposti il dott. Vincenzo Olivieri (De Nunzio, Lo Voi e Meliadò),
Presidente di sezione della Corte d'Appello di Palermo, e il dott. Mario
Buffa
(Berlinguer, Di Federico e Salvi), Presidente di sezione della Corte d'Appello
di Lecce.
Per l'incarico di Presidente del Tribunale di Casale Monferrato sono
stati proposti il dott. Giuseppe Carmelo Marciante (Di Federico, De
Nunzio, Lo Voi e Meliadò), consigliere della Corte d'Appello di Torino, ed il
dott. Vittorio Angelino (Berlinguer e Salvi), Procuratore della
Repubblica presso lo stesso Tribunale.
Per l'incarico di Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di
Vercelli
è stato proposto, con la sola astensione del cons. Lo Voi, il
dott. Giorgio Vitari
, Procuratore della Repubblica di Ivrea.
Per l'incarico di Procuratore della Repubblica di Nicosia sono stati
proposti i dott.ri Carmelo Zuccaro (Berlinguer, De Nunzio, Meliadò e
Salvi), che già riveste tale incarico a seguito di provvedimento annullato
dalla giustizia amministrativa, ed il dott. Pasqualino Bruno (Di Federico
e Lo Voi), giudice del Tribunale di Enna.
Per l'incarico di Presidente del Tribunale per i minorenni di Messina
è stato proposto, con la sola astensione del cons. Di Federico, il dott.
Francesco Deodato
, Presidente del Tribunale di Mistretta.
Per l'incarico di Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Trieste
sono stati proposti il dott. Nunzio Sampietro (De Nunzio, Lo Voi e
Meliadò), Presidente aggiunto sezione GIP Trieste, ed il dott. Paolo
Canevelli
(Berlinguer e Salvi), magistrato del Tribunale di sorveglianza di
Roma; astenuto Di Federico.
Per l'incarico di Presidente di sezione del Tribunale di Venezia
sono stati proposti la dott.ssa


(1)
Si tratta di due posti pubblicati il 24-2-2005; per il secondo vedi infra.

12 03 2006
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