CRONACHE DAL CONSIGLIO
Maria Giuliana Civinini, Luigi Marini,
Francesco Menditto, Giuseppe Salmè, Giovanni Salvi
NOTIZIARIO N. 55 aprile 2006
OGGETTO: PLENUM 5, 12, 20 e 26 aprile 2006 e
LAVORI DI COMMISSIONE
- Dal plenum
- Due nuove nomine al Comitato scientifico;
- Il trasferimento per incompatibilità ambientale del dott. Luciano Tommaselli;
- Archiviato il procedimento di incompatibilità del Presidente del Tribunale di Napoli;
- Conferimento di incarichi direttivi e semidirettivi;
- La nomina del Procuratore generale della Corte di Cassazione;
- La nomina del Procuratore della Repubblica di Nicosia;
- Errare è umano, perseverare è diabolico;
- Le tabelle del Tribunale di Torino;
- Il rispetto delle direttive in materia di assegnazione tabellare degli uditori.
- Dalle Commissioni
Dal plenum
1. Due nuove nomine al comitato scientifico.
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Nella seduta del 20 aprile sono stati nominati all'unanimità, su proposta
della Nona commissione, due nuovi componenti del comitato scientifico: i dott.ri
Marco Maria Alma, giudice delle indagini preliminari presso il Tribunale di
Milano, ed il dott. Filippo Spiezia, sostituto procuratore della Repubblica
presso il Tribunale di Salerno; essi sostituiscono i componenti uscenti dott,
Gaetano De Amicis, giudice del Tribunale di Avezzano, ed il dott. Antonio
Balsamo, giudice del Tribunale di Palermo.
2. Il trasferimento per incompatibilità ambientale del dott. Luciano Tommaselli
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Il 15 marzo il Consiglio ha trasferito ai sensi dell'art. 2 L. Guar. il
dott. Luciano Tommaselli, presidente di sezione del Tribunale di Lecco.
Dopo la sua audizione in Terza commissione per esprimere le sedi di
gradimento, il 12 aprile, a seguito di concorso virtuale, il dott. Tommaselli è
stato trasferito alla Corte d'Appello di Milano con funzioni di consigliere.
3. Archiviato il procedimento di incompatibilità del
Presidente del Tribunale di Napoli.
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Dopo un lungo iter la pratica per incompatibilità ambientale nei confronti
del Presidente del Tribunale di Napoli è stata archiviata a seguito dell'intervenuto
collocamento in pensione del magistrato.
Il procedimento era iniziato dopo la parziale approvazione delle tabelle di
organizzazione dell'ufficio per il biennio 2000-2001 che aveva evidenziato
gravi inefficienze sotto il profilo organizzativo, in particolare in materia di
unificazione dell'ufficio nel settore civile dopo l'istituzione del giudice
unico di primo grado.
Successivamente erano state bocciate anche le tabelle per il biennio
2002-2003, sulla scorta dell'unanime parere negativo del Consiglio
Giudiziario, secondo cui "manca in definitiva, nella proposta del
Presidente del tribunale di Napoli, l'in s della tabella come prescritto dal
CSM: quel percorso di analisi critica dei flussi, valutazione delle
produttività, individuazione degli obiettivi, determinazioni delle priorità,
ripartizione strategica delle risorse, ideazione organizzativa che costituisce
un continuum logico in cui l'assenza o l'insufficienza anche di uno solo dei
termini inficia per intero il risultato finale".
Il C.S.M. aveva rilevato il mancato rispetto delle indicazioni contenute
nella delibera di parziale bocciatura del biennio precedente, la mancanza di
riunioni come previsto dalla circolare, l'assoluta carenza dei dati statistici
sulla base dei quali il progetto veniva avanzato e, infine, la tardività della
presentazione del progetto tabellare (pervenuto quasi a biennio scaduto): "si
tratta di un ritardo grave e che determina una situazione la quale, al di
là delle contingenti spiegazioni fornite dal Presidente del Tribunale di Napoli
(che è pur sempre il soggetto gravato dall'onere), si protrae da molto tempo
ed ha impedito la definizione tempestiva del sistema tabellare conseguente alla
unificazione degli uffici con perniciose conseguenze sulla funzionalità dell'ufficio
ed anche situazioni di soggettivo (e comprensibile) disagio dei magistrati".
Alla duplice bocciatura delle tabelle si erano aggiunti la mancata
approvazione di numerosi provvedimenti tabellari e alcuni documenti della giunta
distrettuale di Napoli con cui si chiedeva un intervento per ovviare alla
difficile situazione in un circondario che vedeva da anni un funzionamento senza
regole tabellari definite e in cui la complessiva situazione di inefficienza
organizzativa era andata di pari passo con la mancanza di qualunque
disponibilità al dialogo da parte del dirigente con i magistrati.
Nel corso della lunga istruttoria svolta dalla prima commissione era emersa
anche una difficoltà di dialogo da parte del Presidente del Tribunale con i
capi di Corte e una certa resistenza a collaborare nell'organizzare il
trasferimento del settore civile dai vecchi edifici a quelli funzionali presenti
presso il nuovo centro direzionale.
La proposta di trasferimento, votata quasi all'unanimità in prima
commissione (contrario solo il cons. Di Federico) è stata bloccata dal
collocamento a riposo del magistrato.
Questa la parte conclusiva della delibera approvata dalla prima commissione:
"Il Tribunale di Napoli non ha visto sin dal 1999 una struttura
organizzativa stabile, lungi dal perseguire obiettivi di efficienza ed efficacia
di azione è stato gestito in modo da evitare di adottare un modulo
organizzativo tale da compiere scelte organizzative rispondenti ad esigenze
reali.
Le previsioni tabellari, ma ancor pi le modalità della
loro concreta attuazione, hanno compresso le capacità partecipative dei
magistrati alla vita dell'Ufficio, mortificando ogni loro iniziativa di
contribuzione, con idee e progetti, rilievi critici e suggerimenti, alla
soluzione dei problemi organizzativi, particolarmente avvertiti per le grandi
dimensioni dell'Ufficio stesso.
E magistrati dell'ufficio e organi apicali (quali Presidente della Corte e
Procuratore Generale) organi funzionalmente collegati (Procura della Repubblica)
e dirigenti ministeriali e altri operatori della giustizia (ivi compreso gli
avvocati, anche se per versi pi sostanziali che formali) e Consiglio
Giudiziario hanno avuto grosse difficoltà di interlocuzione con il Presidente
del Tribunale.
Il dott. De Rose ha utilizzato al massimo l'istituto della delega verso
Presidenti di sezione o apposite Commissioni, salvo, poi, disattendere l'operato
degli organi delegati, in modo da utilizzare i poteri direttivi per imbrigliare
le capacità operative dell'Ufficio giudicante di Napoli: da una parte facendo
apparire che predisponeva Commissioni Consultive tali da suggerire la soluzione
dei problemi organizzativi, ma in realtà non adottava alcuna decisione, dall'altra
si giovava di siffatto assetto burocratico per fare ricadere le responsabilità
di direzione della sua posizione di vertice ora sui presidenti di sezione, ora
sulla Commissione appositamente istituita.
La specifica capacità di direzione di un ufficio giudicante di per s
richiede, invece, spiccate capacità di valorizzazione delle professionalità
esistenti e sapienza nel coniugare rigore di organizzazione e severità nei
controlli con l'assunzione diretta delle responsabilità per le decisioni
comunque imputabili all'Ufficio.
In questo contesto organizzativo, la mancanza di ogni momento di possibile
interlocuzione con gli altri magistrati ha finito per costituire un pericoloso
diaframma tra costoro ed il dirigente dell'Ufficio, il che ha impedito di
fatto che si addivenisse ad un comune impegno per ottenere un assetto
organizzativo adeguato alle esigenze dell'ufficio.
Come conseguenza ulteriore si è determinato uno stato di agitazione nelle
relazioni tra i magistrati ed il dirigente dell'Ufficio, che, ha aumentato le
difficoltà di gestione, culminate nella sensibilizzazione degli organi
associativi.
L'approccio ai problemi organizzativi da parte del dott. De Rosa ha
evidenziato una sorta di insofferenza per la partecipazione dei magistrati alla
adozione degli strumenti organizzativi, così come tale "insofferenza"
si è manifestata anche nei rapporti con il Presidente della Corte, il
Procuratore Generale e i dirigenti ministeriali; il che ha avuto riflessi tanto
pi rilevanti, quanto pi è impensabile che un ufficio delle dimensioni del
Tribunale di Napoli e della delicatezza delle funzioni ad esso assegnate possa
ben operare senza la convinta partecipazione dei magistrati che lo compongono.
Nell'atteggiamento contraddittorio, da una parte evitando di prendere
decisioni ed aggirando i problemi, dall'altra manifestando insofferenza verso
l'interlocuzione con organi gerarchicamente sovraordinati, ovvero manifestando
insofferenza alle posizioni di membri di organi collegiali dei quali anche lui
fa parte (Commissione di Manutenzione o Commissione Consultiva) ha screditato
pubblicamente l'immagine professionale, non curandosi degli inevitabili
riflessi sulla credibilità della funzione giudiziaria.
Si è dunque di fronte ad inadeguatezze direttive, che si
sono appieno rivelate per l'oggettiva complessità di gestione di un Ufficio
di grandi dimensioni, come il Tribunale di Napoli, e che rinvengono una sicura
concausa nella natura giudicante (con tutte le problematiche connesse) dell'Ufficio
medesimo".
4. Conferimento di incarichi direttivi e semidirettivi.
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Sono stati conferiti all'unanimità i seguenti incarichi direttivi e
semidirettivi:
- Presidente del Tribunale di Cagliari al dott. Leonardo Bonsignore,
Presidente del Tribunale di sorveglianza di Cagliari; - Presidente del Tribunale di Lanusei al dott. Sergio Gorjan,
consigliere della Corte d'Appello di Trieste; - Procuratore della Repubblica di Vercelli al dott. Giorgio Maria Antonio
Vitari, Procuratore della Repubblica di Ivrea; - Presidente della sezione lavoro del Tribunale di Torre Annunziata al
dott. Umberto Lauro, giudice presso lo stesso Tribunale; - Procuratore della Repubblica aggiunto di Milano al dott. Nicola Cerrato,
Capo del Dipartimento dell'organizzazione giudiziaria del Ministero della
Giustizia, che rientra così nel posto precedentemente occupato.
Per l'incarico di Procuratore della Repubblica di Prato è stato
nominato a maggioranza il dott. Piero Tony, sostituto procuratore
generale presso la Corte d'Appello di Firenze, con due voti contrari (Lo Voi e
Mammone), che sono andati a Renzo Dell'Anno (anch'egli sostituto procuratore
generale presso la Corte d'Appello di Firenze); due (Caldarera e Rognoni)
anche gli astenuti.
5. La nomina del Procuratore generale della Corte di
Cassazione.
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Il C.S.M. ha nominato il Procuratore generale presso la Corte di Cassazione,
in sostituzione di Francesco Favara. E' stato designato Mario Delli Priscoli,
che attualmente è il Procuratore Aggiunto. In realtà il ruolo di Delli
Priscoli e la garanzia di correttezza nel suo operato futuro (dedotta dall'impegno
attuale) sono stati determinanti per consentire la convergenza di tutti i voti,
anche dei nostri. Infatti tra i candidati vi era anche Giovanni Palombarini, il
pi giovane ma anche - sicuramente, almeno a nostro parere - il pi
titolato per un'ampiezza di esperienze e di impegni professionali e civili.
Unità per la costituzione puntava invece su Esposito, mentre Mi e il Polo hanno
in un primo momento indicato Siniscalchi, sottolineando che proprio a questi era
stata affidata la delega per il disciplinare.
La delegazione di MD ha però molto insistito sul punto della trasparenza
delle designazioni e sulla omogeneità dei criteri per l'esercizio dell'azione
e ha evidenziato l'impegno di Delli Priscoli in questa direzione. In sostanza,
il dibattito svoltosi in commissione su questi aspetti ha consentito di
delineare con chiarezza il profilo del Procuratore generale sul quale si è
infine raggiunta l'unanimità.
6. La nomina del Procuratore della Repubblica di Nicosia.
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Sul Procuratore della Repubblica di Nicosia vi è stata un'importante
discussione. La giustizia amministrativa, infatti, aveva cassato la nomina del
dott. Zuccaro, asserendo l'irrilevanza dell'esperienza antimafia per un
Tribunale non distrettuale, sia pure sito in Sicilia, e la mancata comparazione
con le esperienze direttive di un altro candidato, il dr. Bruno. La questione
era di notevolissimo rilievo, in quanto il C.S.M. aveva ampiamente motivato le
ragioni per le quali il lungo impegno di Zuccaro nella gestione di complessi
processi di criminalità organizzata, prima come addetto alla DDA e poi anche
come presidente di collegio di Corte d'Assise, lo rendesse certamente pi
idoneo a dirigere una procura circondariale in territorio comunque sottoposto a
influenza mafiosa. Si trattava quindi anche di salvaguardare la sfera di
valutazione discrezionale propria del C.S.M. E' stata dunque svolta una nuova
istruttoria, con l'audizione del Procuratore generale e del Procuratore
distrettuale di Caltanissetta e con l'acquisizione delle Ispezioni sull'ufficio
diretto dal dr. Bruno (procura circondariale di Enna). Questi ultimi atti,
peraltro, hanno ancor pi evidenziato quanto già emergeva in precedenza e
cioè che la prova fornita dal dr. Bruno era stata tutt'altro che positiva,
essendo le pendenze fortemente aumentate ed apparendo la distribuzione del
lavoro non ideale.
7. Errare è umano, perseverare è diabolico.
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Unicost, MI e laici del Polo continuano a ritardare l'espletamento del
concorso ordinario per la Cassazione.
Il concorso a 17 posti per consigliere di cassazione, bandito il 26 luglio
2005, oltre dieci mesi fa, ha subito un ennesimo ingiustificato ritardo.
Già lo scorso 23 marzo il plenum del C.S.M. ha accolto una proposta
avanzata da Unicost ed MI, che condizionava l'espletamento di questo concorso ai
tempi ben pi lunghi del conferimento ex lege delle funzioni di
legittimità ai magistrati d'appello destinati in Cassazione.
Per effetto di quella delibera il concorso, ormai quasi pronto per essere
deciso, è stato rinviato oltre la metà di maggio.
Contro quella delibera (adottata con i voti di Unicost, MI e laici del Polo e
del consigliere Berlinguer) si sono pronunciati il gruppo consultivo della
Cassazione e la Giunta ANM all'unanimità.
Dopo questi avvenimenti la settimana scorsa abbiamo chiesto in terza
commissione che i lavori per il completamento del concorso a diciassette posti
riprendessero immediatamente.
La rappresentanza di Unicost, MI e laici del Polo (Primicerio, Mammone
Spangher e Ventura Sarno) hanno aderito alla richiesta, ma anzich procedere
alle valutazione necessarie per il completamento della procedura hanno preteso
di proseguire nella valutazione delle domande di aspiranti che, per minore
anzianità, in nessun caso, e quindi anche se conseguissero il massimo dei
punteggi, potrebbero prevalere sulle numerose posizioni degli aspiranti già
valutati negli scorsi mesi.
Di fatto si è preteso che venissero svolte operazioni inutili al solo scopo
di fare ostruzionismo alla definizione immediata richiesta, non solo da noi, ma
anche dal gruppo consultivo della Cassazione e da tutta l'ANM.
Oggi abbiamo tentato di portare la questione all'attenzione del Plenum del
C.S.M. (questo il dispositivo testuale della proposta: "delibera di
richiedere alla terza commissione di procedere alla pi celere definizione
della pratica relativa alla copertura dei 17 posti di consigliere di Cassazione
pubblicati con bollettino 17376 del 26.7.2005"), al fine di superare il
tentativo ostruzionistico, ma Unicost, pur di evitare una nuova discussione
pubblica sul tema ha presentato e quindi votato, insieme ad MI ed i laici del
Polo, una questione preclusiva che abbiamo ritenuto pretestuosa ed infondata.
E' stata così ulteriormente elusa la possibilità di offrire un'adeguata
risposta alle urgenze di copertura degli organici della Cassazione e confermata
la volontà di chi ha sin qui pretestuosamente negato la volontà di
procrastinare nel tempo le nomine per concorso ordinario, in realtà preferendo
abbinarle a quelle previste dal decreto legislativo.
Per protesta contro quella che giudichiamo essere una violazione del
regolamento i consiglieri di MD e del Movimento hanno abbandonato l'aula, pur
garantendo il numero legale con la presenza dei consigliere Aghina e Civinini,
che non hanno, però, partecipato alla votazione.
Riguardo al conferimento delle funzioni di legittimità ai magistrati
d'appello destinati alla Cassazione e alla Procura generale, ai sensi del
decreto delegato 24/2006, lo scorso 23 marzo la consueta maggioranza aveva
approvato una delibera che consentiva di avviare l'istruttoria prima
dell'entrata in vigore della controriforma dell'ordinamento giudiziario, fissata
per il 4 maggio prossimo. La delibera oltre ad essere inopportuna non affronta
alcune fondamentali questioni procedurali, quali ad esempio la natura del
conferimento di funzioni (a domanda o d'ufficio), i tempi e i modi per il
trattenimento nel ruolo ad esaurimento, la necessità o meno di una valutazione
comparativa degli aspiranti. Anche su questi argomenti al plenum del 13
aprile i consiglieri di MD e Movimento hanno presentato una proposta con
procedura di urgenza, con la quale hanno chiesto di revocare la precedente
delibera di avvio della procedura, assunta col nostro voto contrario senza prima
avere risolto questioni importanti e pregiudiziali.
Paradossalmente il dibattito ha registrato una generale convergenza
sull'opportunità di una pi attenta ed approfondita valutazione che risolva i
problemi attuativi, da noi evidenziati, prima di rivolgere l'interpello ai
candidati, che hanno tutto il diritto di fare le loro scelte sapendo quale
soluzione interpretativa il C.S.M. intendesse seguire.
Ed invece nel voto conclusivo la nostra proposta non è stata accolta e la
trattazione di tutte le questioni è stata rimessa ad un'eventuale futura
discussione in terza commissione.
Pur di non rimettere in discussione la delibera con la quale la procedura è
stata accelerata ben prima dei tempi dell'entrata in vigore dell'ordinamento
giudiziario, la consueta maggioranza ha rinunciato ad affrontare alcuni
fondamentali nodi interpretativi determinando una situazione di incertezza
applicativa che renderà complicato ai magistrati del massimario fare le loro
scelte e che appare una forzatura tanto inutile in s quanto figlia di una
pervicace volontà di proseguire sulla strada imboccata con la infelice delibera
del 23 marzo scorso.
8. Le tabelle del Tribunale di Torino.
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L'esame delle tabelle del Tribunale di Torino ha dimostrato, ancora una
volta, l'importanza della modifica della circolare 2006-2007 laddove è stata
introdotta la necessità di un'attenta analisi dei flussi degli affari diretta
a giustificare l'assetto organizzativo proposto, con puntuale verifica da
parte del Consiglio giudiziario che si avvale dell'ausilio della commissione
flussi appositamente costituita.
Il Presidente del tribunale di Torino, nel costituire la sezione competente
per la proprietà industriale e i brevetti, aveva realizzato una pi ampia
riorganizzazione dell'ufficio con spostamento di tre magistrati dal settore
penale al settore civile.
Il Consiglio Giudiziario, in un ampio e articolato parere e all'esito di
una approfondita istruttoria, aveva espresso, a maggioranza, parere negativo
sulla base dell'esame dei dati statistici del settore civile e del settore
penale; i dati, seppur parziali, avevano smentito l'assunto del Presidente ed
avevano evidenziato una maggiore sofferenza del settore penale per il quale, tra
l'altro, proprio l'istruttoria svolta dal Consiglio giudiziario, aveva
consentito di fare emergere un consistente "arretrato occulto (procedimenti
a citazione diretta per i quali non era stata fissata l'udienza
dibattimentale)".
Abbiamo proposto di bocciare la variazione tabellare del Presidente del
Tribunale di Torino in mancanza di una corretta analisi dei dati, apparendo
convincente l'esame del Consiglio Giudiziario. Nella proposta di delibera
presentata al plenum abbiamo anche sottolineato che nel prossimo progetto
tabellare 2006-2007 sarebbe stato possibile compiere un corretto esame
qualitativo e quantitativo dei due settori in modo tale da "apprezzare i
carichi di lavoro e valutare l'opportunità di un rafforzamento dei singoli
settori, tenuto anche conto delle pendenze e del carico di lavoro dell'ufficio
GIP di cui è previsto un adeguamento numerico complessivo in sede distrettuale".
La nostra proposta ha, però, raccolto solo i voti dei Consiglieri di MD.
9. Il rispetto delle direttive in materia di assegnazione tabellare degli
uditori.
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La settima commissione ha deciso di verificare la puntuale attuazione delle
norme in materia di destinazione tabellare degli uditori che, in passato, aveva
portato a numerose disapplicazioni, tanto che parecchi colleghi erano stati
assegnati a funzioni non consentite o diverse da quelle segnalate al Consiglio
all'atto della scelta della sede.
Dopo un puntuale e tempestivo monitoraggio è stata approvata una delibera in
cui, dopo avere puntualmente esaminate tutte le comunicazioni pervenute, alcune
deroghe sono state approvate perch ritenute giustificate, mentre altre sono
state rigettate in aderenza alle direttive contenute nella circolare.
Dalle commissioni
1. Proposte di nomine per incarichi direttivi e
semidirettivi.
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La Quinta commissione ha proposto all'unanimità per il conferimento dei
seguenti incarichi direttivi e semidirettivi:
- Presidente di sezione della Corte d'Appello di Bari (2 posti) ai
dott.ri Francesco Montaruli e Aldo Napoleoni, rispettivamente consigliere
della Corte d'Appello di Bari e Presidente di sezione del Tribunale di Bari; - Presidente di sezione della Corte d'Appello di Bolzano al dott. Renzo
Paolo Pacher, consigliere presso la stessa Corte d'Appello.
Per un posto di Presidente di sezione della Corte di Cassazione sono
stati proposti il dott. Michele De Luca (De Nunzio, Berlinguer, Lo Voi,
Meliadò, Salvi) ed il dott. Giorgio Di Iorio (Di Federico), entrambi
consiglieri della Corte di Cassazione.
Per l'incarico di Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Brescia
sono stati proposti il dott. Beniamino Spizuoco (De Nunzio, Lo Voi e
Meliadò), giudice del Tribunale di minorenni di Brescia, ed il dott.
Francesco Maisto (Salvi), sostituto procuratore generale presso la Corte d'Appello
di Milano; astenuto Di Federico.
Per l'incarico di Procuratore della Repubblica di Ravenna sono stati
proposti il dott. Roberto Mescolini (De Nunzio, Di Federico, Lo Voi e
Meliadò), sostituto procuratore generale presso la Corte d'Appello di
Bologna, ed il dott. Giovanni Colangelo (Berlinguer e Salvi), Procuratore
aggiunto presso il Tribunale di Bari.
2. Respinta la richiesta di prevedere la presenza di un
magistrato del settore lavoro nelle commissioni flussi.
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E' nota la difficoltà con cui siamo riusciti a ottenere l'istituzione
delle commissioni flussi presso i Consigli Giudiziari e le diverse valutazioni
in ordine alla loro composizione. Secondo la nostra impostazione ampia doveva
essere la partecipazione alle commissione, con presenza di funzionari statistici
e dei rappresentanti del CISIA e di "magistrati degli uffici del
distretto".
In plenum la proposta da noi avanzata non fu approvata e si previde
solo la presenza di "almeno due magistrati del settore civile e del settore
penale".
Dall'esame delle comunicazioni pervenute al Consiglio è emersa la quasi
costante assenza di magistrati del settore lavoro nelle commissioni flussi
istituite; abbiamo perciò ritenuto opportuno proporre una modifica della
circolare che prevedesse la presenza di un magistrato del lavoro nelle
commissioni. Alla nostra proposta ha aderito il cons. Meliadò.
Abbiamo motivato la proposta sulla base di numerosi argomenti:
-la necessità di una specifica valutazione dell'assetto organizzativo
interno delle sezioni lavoro (cui sono assegnati magistrati del lavoro in pianta
organica), in particolare di quelle con numerosi magistrati;
- la necessità di valutare l'assetto organizzativo complessivo del civile in
relazione ai magistrati assegnati o meno in via tabellare alla trattazione della
materia del lavoro. In molti uffici, di primo e secondo grado, sono infatti
previsti magistrati che trattano in via tabellare la materia del lavoro perchè
quelli dell'organico lavoro non sono sufficienti (e in alcuni casi non sono
neanche istituiti); di qui la necessità che la commissione flussi valuti anche
questo aspetto, vale a dire la ripartizione complessiva delle risorse avuto
riguardo anche alle esigenze del settore lavoro;
- tenere conto della specificità del settore del lavoro e l'entità del
contenzioso, in molti casi pari al 50% di quello complessivo richiede.
I nostri argomenti non hanno convinto la maggioranza della commissione
(contrari Primicerio, Spangher, Ventura Sarno, Aghina) e la proposta è stata
respinta.
3. La nomina di Giovanni Salvi a coordinatore del Gruppo di
lavoro sul terrorismo.
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Dopo l'elezione di Buccico è stato finalmente riconvocato il Gruppo di
lavoro sul terrorismo. Coordinatore è stato nominato Giovanni Salvi. Il Gruppo
ha indetto due riunioni con i rappresentanti delle Procure distrettuali per l'informatizzazione
e con i responsabili del Ministero (Capo di Gabinetto e Capi Dipartimento) e si
è infine riusciti a ottenere un impegno concreto per la immediata
realizzazione, con le risorse disponibili, della rete sicura di trasferimento di
dati tra gli uffici distrettuali. Il progetto esecutivo sarà pronto entro
maggio e l'attuazione dovrebbe avvenire entro l'estate. Si è poi disposta
la costituzione di una banca dati preso il C.S.M., a disposizione delle Procura
distrettuali, che raccoglierà il materiale di studio e di giurisprudenza sul
terrorismo. Infine, è stato aperto una pratica per la formulazione di un parere
sulla eventuale costituzione della DNAT.