Intervista a Edmondo Bruti Liberati sul provvedimento in materia di intercettazioni

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la Repubblica 15 giugno 2008

Il procuratore aggiunto di Milano: "Le norme per garantire la privacy esistono già"
Quei nastri servono alle inchieste la nuova legge è controproducente"
Bruti Liberati: "Testo fumoso, è peggio della Cirielli"
di Emilio Randacio

MILANO - Impreciso, un testo fumoso, controproducente su più punti. «Ho letto in questi giorni la dichiarazione di un parlamentare della maggioranza che invitava la magistratura a tornare ai vecchi metodi investigativi, tipo i pedinamenti. Io mi chiedo, con un reato come l'aggiotaggio (ndr, è il caso della scalata ad Antonveneta), dovremmo mettere un agente con una barba finta sotto la Borsa per scoprire cosa sta succedendo?»>. Edmondo Bruti Liberati, procuratore aggiunto di Milano, ex-presidente dell'Anm, usa un paradosso per commentare l'annunciata rivoluzione sulle intercettazioni. «Anche perché-spiega- fino a oggi sul sito del ministero non risulta essere pubblicato alcun testo del Guardasigilli».
- Non se la sente di commentare le proposte di Alfano?
«Il ministro Alfano preannuncia un provvedimento, ma quando si arriva al dunque, il testo non si può consultare. Basta cambiare un comma su temi così delicati che cambia tutto. Diciamo che brancoliamo nel buio. Sembra di tornare ai tempi della legge Cirielli (ndr, che ha ridotto dei tempi di prescrizione dei processi durante il secondo governo Berlusconi). Poi è diventata la Ex Cirielli ed cambiato tutto, infine il suo proponente ha ritirato la sua firma e ci sono state altre modifiche. Oggi la situazione è peggiorata. Tutto questo segue di alcuni giorni la curiosa vicenda sui numeri e le spese delle intercettazioni effettuate in Italia. Sono entrati in circolo in modo ufficioso dei dati che definire assolutamente imprecisi è eufemistico.
- Ritiene che l'attuale sistema delle intercettazioni non debba essere modificato?
«Sono convinto che la linea sia quella della Anm: disciplina rigorosa per la non circolazione di dati sulla vita privata delle persone senza rilevanza penale. Su questo punto l'attuale legge vigente può già essere applicata da magistrati scrupolosi in modo efficace. A Milano è successo per il fallimento della società di sondaggi Hdc che comprendeva anche telefonate con aspetti pie-
canti. Ebbene, queste sono già state distrutte dal gip su richiesta dei pm.»
- Procuratore, vorrà però riconoscere che in passato non è sempre stato così.
«Va valutata la professionalità e la deontologia dei singoli pm e gip, ma le norme esistono già. E non si può immaginare di imporre un bavaglio alla stampa per impedirle di dare informazione puntuale su processi in cui possono esserci anche vicende di primo piano per la vita del paese».
Non è quindi contrario al fatto che si sia voluto mettere mano alla riforma sulle intercettazioni?
«Questo strumento è indispensabile nel nostro sistema processuale, anche se invasivo della privacy. Detto questo, tutte le parti in gioco devono saper esercitare il più rigoroso controllo. Le sanzioni vanno previste per tutti».
- La riforma annunciata prevede che le intercettazioni subiscano il vaglio di un collegio composto da tre giudici. Pensa che per come sono organizzati oggi i tribunali, il sistema possa assorbire questa novità?
«Devo supporre che il giorno dopo l'entrata in vigore di questa riforma, il ministro Alfano annuncerà la soppressione di tribunali con meno di 20 giudici nei quali il collegio a tre non è possibile per mancanza di rotazione. Non ho obiezioni sul principio, la collegialità è garanzia di un giudizio migliore. Di certo è inattuabile in parecchie decine di tribunali. Ma non mi sembra logico che il giudice unico possa comminare pene di 20 annidi reclusione e poi, per autorizzare delle intercettazioni si chieda un giudizio collegiale. E una incongruenza».
- Pensa che se passasse questo testo annunciato, il vostro lavoro cambierebbe?
«Da quel che ho letto, dalle intercettazioni sono escluse l'associazione a delinquere semplice, non mafiosa. Bene, dico che se la gente sarà più tranquilla di evitare uno borseggio perché nelle piazze sarà schierato l'esercito, dall'altro se passasse questa riforma sarà più difficile perseguire un gruppo di persone dedite, per esempio, alle truffe in maniera organizzata».

16 06 2008
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