In occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario

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La situazione degli uffici giudiziari milanesi è
stata definita, da tempo e da pi parti, in profonda crisi di effettività.
Il carico dei processi penali indotti dalle indagini su diverse forme di criminalità
(organizzata, economica, della pubblica amministrazione), che hanno avuto per
tutti gli anni â€èœ90 un forte impulso, si è riversata sugli uffici penali
giudicanti.
Le strutture giudiziarie (aule, personale amministrativo, magistrati) paiono
non reggere l'urto e i rimedi prospettabili non sono, forse, nella disponibilità
della magistratura milanese.
Ma qualche cosa dipende anche dai magistrati.
Le limitate risorse di giudici in servizio al Tribunale di Milano richiederebbero
una pi equilibrata distribuzione degli stessi tra le sezioni che si
occupano delle aree di specializzazione. Ed invece, la nuova organizzazione
del Tribunale non è adeguata alle esigenze di funzionamento della struttura
in alcuni settori di criminalità.
A titolo di esempio, la sezione IV del Tribunale, che si occupa ormai da
7 mesi di tutti i processi pendenti in dibattimento per reati contro la P.A.
avrebbe dovuto essere costituita da 10 giudici pi il Presidente di sezione,
mentre dal 2 giugno al 1 ottobre 1999 ha operato con 5 giudici + 1 vice pretore
onorario, dal 2 ottobre al 1 dicembre 1999 con 7 giudici. A ciò si aggiunga
che dal 1 giugno 1999 anche la II sezione penale dibattimentale già pretorile
avrebbe dovuto essere coassegnataria dei processi specializzati contro la P.A.,
mentre ciò non è avvenuto. Quindi, dei 22 giudici previsti per
la trattazione dei processi per reati contro la P.A., vi è stata in questi
mesi una presenza di 6/7 giudici, cioè una copertura di organico pari
al 27/31%.
Alla data del 9.12.99 risultano in carico alla IV sezione 720 processi (dei
quali almeno la metà per reati contro la P.A.), la cui consistenza rende
la situazione della sezione particolarmente preoccupante e lascia prevedere
un esito scontato (cioè la prescrizione) di molti reati di quel tipo.
In particolare, sono fissati per i primi sette mesi del 2000 sei processi di
rilevante entità (Cerciello+32, Agazzini+35, Cipolla+14, Previti+8, Binasco+14,
Bertelli+7), il cui calendario copre la gran parte delle udienze della sezione
e che proseguiranno nei mesi successivi alla pausa estiva; oltre a questi sono
pendenti presso la sezione numerosi altri grossi processi, di cui non potrà
essere garantita (e ragionevolmente deve essere esclusa) la trattazione. In
particolare sono stati individuati almeno 14 processi con un numero di imputati
che varia da 5 a 50 ( solo a titolo di esempio Armato+42, Agazzini+41, Baga+22,
Bilardello+33) di cui non è possibile prevedere la definizione.
Questa situazione era ampiamente prevedibile ed è analoga a quella di
altre sezioni che si occupano di aree di specializzazione importanti per la
realtà milanese, quali i reati di criminalità economica, in particolare
le bancarotte e i reati societari. Senza dilungarsi nell'esposizione di dati
riguardanti le pendenze della I e della II sezione dibattimentale del Tribunale
penale, la situazione dell'arretrato è analoga a quella illustrata per
l'area di specializzazione dei reati contro la P.A. e imporrebbe un intervento
di sostegno per la trattazione di processi attinenti a forme di criminalità
particolarmente incidenti sulla realtà economica e sociale milanese,
rispetto alle quali il rischio fondato è quello dell'impunità.
Questo significa che, nel silenzio di tutti, alcune forme di criminalità
non vengono di fatto perseguite; i processi per reati di bancarotta, falso in
bilancio, corruzione e concussione, abuso dei pubblici funzionari non saranno
celebrati
, se non per dichiararne la prescrizione.
Noi crediamo sia dovere di tutti, nelle rispettive competenze, impedire
questo esito infausto. Per quanto ci compete abbiamo rotto il silenzio su questa
vicenda, ad altri spettano le risposte.

Milano, 15 gennaio 2000
L'esecutivo milanese

14 01 2000
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