SEZIONE
DELLA CORTE DI CASSAZIONE
CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE.
PRIMA
PRESIDENZA
Prot. n. 1357/03/SG
Roma 5 dicembre 2003
Oggetto: Riduzione
dei fondi per la Biblioteca della Corte
Al Signor Primo
Presidente Aggiunto
Ai Signori
Presidenti titolari delle sezioni civili e penali
Al Signor Direttore
dell’ufficio del massimario e del ruolo
e p.c. Al Signor
Procuratore Generale presso la Corte Suprema di Cassazione
SEDE
Ricordo che nelle sedute del
Gruppo Consultivo presso la Prima Presidenza, tenutesi nei giorni 16
e 20 ottobre 2003, fu fatto presente che i fondi destinati alla
Biblioteca dei magistrati della Corte non erano sufficienti neppure a
garantire il rinnovo degli abbonamenti alle principali riviste
giuridiche.
Il gruppo rilevò che
appariva opportuna e necessaria la prosecuzione degli abbonamenti,
richiedendo – se del caso e quale estrema ratio – un
contributo volontario ai Magistrati della Corte. Chiunque volesse
aderire a tale iniziativa potrà farlo dando un contributo
individuale del tutto volontario presso il Segretariato Generale
della Presidenza.
Prego voler comunicare la
presente a tutti i magistrati delle rispettive sezioni od uffici.
Il Primo Presidente
(Nicola Marvulli)
Nemmeno
la più fervida fantasia avrebbe potuto immaginare la circolare
sopra trascritta, che organizza una colletta nella Corte Suprema
Cassazione per l’acquisto delle riviste giuridiche.
Nel
discorso tenuto in occasione dell’inaugurazione dello scorso
anno giudiziario, il Ministro della giustizia ha espresso l’impegno
di restituire ai servizi della Giustizia efficacia ed efficienza,
precisando che quest’ultimo termine significa non acritico e
mero stanziamento di sempre maggiori risorse, ma
loro utilizzo ottimale, eliminazione di sprechi, economicità
di gestione. Nella linea secondo cui “ogni
Ministro deve essere imprenditore del proprio ministero”, il
Ministro ha annunciato l’adozione di migliori strumenti di
programmazione e controllo di gestione economica e finanziaria, volti
anche a conferire una maggiore elasticità nella contabilità
del Ministero. E’ stato poi riferito che le recenti leggi di
bilancio hanno ulteriormente aumentato gli stanziamenti per
l’amministrazione della giustizia - sicché le risorse
dedicate a tale settore dovrebbero ormai essere allineate alle medie
degli altri paesi europei - prevedendo anche l’assunzione di
nuovo personale amministrativo.
Ad un anno di distanza
ed in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario
2004, si deve prendere atto che nulla è cambiato.
Basta, al riguardo,
evidenziare come la insufficienza degli accreditamenti per le
spese d’ufficio e simili – già decurtate nel
2003 in alcuni casi del 50 per cento rispetto all’anno
precedente ed ulteriormente decurtate con la Finanziaria 2004 - stia
determinando il blocco della manutenzione e dell’aggiornamento
del sistema informatico su cui si basa in gran parte la
funzionalità operativa della Corte, sia per quanto riguarda le
registrazioni che per quanto riguarda l’organizzazione delle
udienze: si è già progressivamente determinato un
consistente arretrato nelle registrazioni dei procedimenti
presso la cancelleria centrale penale ed è prevedibile un
conseguente rapido deperimento dei livelli di funzionalità del
servizio, da cui non potranno che derivare ritardi nella trattazione
dei ricorsi ed anche prescrizioni di reati e scarcerazioni per
decorrenza dei termini di soggetti potenzialmente pericolosi. Ai
magistrati della Corte mancano circa 150 Personal computer e 150
stampanti, più volte richiesti dal Primo Presidente in
sostituzione delle macchine ormai obsolete e non più in
grado di supportare efficacemente il loro lavoro. Gravemente
insufficienti ed ormai già esaurite risultano anche essere le
somme accreditate per l’uso e la manutenzione di
fotocopiatrici, fax e stampanti, e non dovrebbe essere necessario
sottolineare quali paralizzanti effetti può determinare in un
ufficio giudiziario il venir meno di tali strumenti. Anche la
rilegatura delle sentenze dovrà tra poco essere bloccata per
mancanza di fondi, il che ci pare rappresentare un suggello
simbolicamente assai significativo, se solo ci si soffermi a
riflettere sul valore e il significato delle sentenze della Corte
Suprema di una grande democrazia occidentale.
Sono state
ridimensionate anche le somme a disposizione per la
ristrutturazione del palazzo di Piazza Cavour: lavori diretti al
recupero di locali, particolarmente necessari in un edificio in cui
vi è, tra l’altro, una grave carenza di ambienti da
destinare a studio per i magistrati. I Consiglieri della Corte di
cassazione, come è noto, non hanno in dotazione, di regola,
neppure una propria scrivania, mentre in questo pur faraonico
palazzo mancano sale di studio, di consultazione e di colloquio
riservate ai magistrati. In alcuni ambienti sono comparsi i topi,
mentre nei bagni è scomparsa la carta igienica. Gli ascensori
sono spesso bloccati, mentre il degrado delle scalinate rappresenta
un serio pericolo per l’incolumità fisica degli utenti.
La
situazione complessiva sopra descritta rappresenta una ulteriore –
ennesima ed esasperante – difficoltà a celebrare i
processi, a scrivere le sentenze, a studiare i precedenti ed a
svolgere ricerche. Il blocco dell'assunzione del personale
amministrativo infine impone ai magistrati di sobbarcarsi incombenze
non proprie e li condanna ad un modo di lavorare privo di razionalità
e di decoro.